Repubblica 3.5.18
L’ira delle vittime dei preti pedofili “Il Papa rimuova il cardinale Pell”
di Paolo Rodari
Australia,
il capo delle finanze vaticane a processo per gli abusi compiuti e per
le coperture garantite “ Deludente che Francesco non lo abbia
licenziato”
città del vaticano
« Il cardinale George Pell
dovrebbe essere dimesso dall’incarico di guida della Segreteria per
l’Economia del Vaticano, così come dovrebbe accadere per qualsiasi altro
dipendente della Santa Sede davanti a così gravi accuse».
Peter
Saunders, inglese, da ragazzo vittima di abusi sessuali da parte di
sacerdoti, fu il primo a fare un passo indietro, ormai due anni fa,
dalla Commissione pontificia per la protezione dei minori della quale
era stato chiamato a far parte. Se ne andò proprio per le resistenze
interne di fronte alle accuse che ex vittime mossero al porporato
australiano Pell, fra i principali collaboratori del Papa nel governo
della curia romana. E oggi, poche ore dopo la notizia che il tribunale
di Melbourne ha rinviato a giudizio lo stesso Pell per abusi sessuali, e
insieme per l’accusa di aver coperto abusi commessi da altri sacerdoti
quando era vescovo a Ballarat e a Melbourne, torna a dire la sua: « Se
Pell è stato rinviato a giudizio è perché i pubblici ministeri
australiani sentono di avere prove sufficienti in merito » , dice
parlando con Repubblica. Tuttavia, spiega, « è comprensibile che
Francesco non lo licenzi perché per lui rimane innocente fino a prova
contraria ». In ogni caso, «immagino cosa accadrà: se verrà giudicato
colpevole il Papa dirà che deve pregare per lui e dimenticherà le
vittime. Io, comunque, se accadrà mostrerò a tutti la lettera
minacciosa, oggi appesa alla mia bacheca, che ricevetti tre anni fa
proprio dagli avvocati di Pell». Parole dure, quelle di Saunders, ma
condivise da molte altre vittime. Oltretevere la decisione del tribunale
di Melbourne è stata commentata soltanto con poche righe rilasciate
dalla sala stampa vaticana. Il portavoce Greg Burke, nelle ore in cui
Pell ribadiva di ritenersi « innocente » , ha affermato che «la Santa
Sede prende atto della decisione emanata dall’autorità giudiziaria in
Australia riguardante Pell. L’anno scorso il Santo Padre gli aveva
concesso un periodo di congedo per potersi difendere dalle accuse che
gli erano state contestate. Tale disposizione rimane tuttora valida».
Per
le vittime tutto ciò non è sufficiente. Così, infatti, hanno
commentato, sempre con Repubblica, le vittime statunitensi appartenenti
al Survivors Network of those Abused by Priests ( Snap): « Siamo
contenti — dicono — di vedere Pell trattato come qualsiasi cittadino
comune che è accusato di questo grave crimine. Qualunque sia l’esito del
processo, è una grande vittoria per i sopravvissuti. Il fatto che
Francesco non abbia licenziato il cardinale non è sorprendente, anche se
è deludente. Invitiamo il Papa a sospendere dal ministero attivo tutti i
membri del clero che devono affrontare accuse penali, indipendentemente
dal loro grado o dalla loro relazione con lui».
La decisione di
Melbourne è arrivata nei giorni in cui Francesco ha ascoltato un gruppo
di vittime della pedofilia cilene e chiesto loro perdono a nome di tutta
la Chiesa. Le vittime che «per quasi dieci anni sono state trattate
come nemiche » , così hanno spiegato loro stesse, e « uccise due volte,
una con gli abusi, l’altra con il non essere ascoltati » , chiedono che
alle parole di Bergoglio seguano fatti. Perché i criminali « sono anche
coloro che hanno coperto i crimini, quelli che hanno insabbiato tutto » .
Chiedono, in particolare, la “testa” del cardinale Francisco Javier
Errazuriz, uno dei collaboratori più stretti del Pontefice, membro del
C9 e, a loro dire, responsabile delle coperture in Cile: « Noi speriamo
ora che il Papa non esiti, che non gli tremi la mano».