Corriere 3.5.18
Cina, Peppa Pig è «sovversiva» Al bando la nuova icona dei giovani shehuiren
di Guido Santevecchi
La maialina, diventata virale, è stata cancellata dalla Rete. «Troppo libera»
In
cinese significa, letteralmente, «cittadino modello». Nel linguaggio
del web, tuttavia, questa definizione ha assunto la valenza opposta:
dunque indica i soggetti antisociali, ribelli o «poco di buono», in
opposizione ai cittadini leali e ben disposti verso le autorità e in
particolare il Pcc
PECHINO Dichiarata «icona della
sovversione» e messa al bando. La nuova nemica del popolo in Cina è
Peppa Pig, che come cartone animato ha trionfato anche sulla Tv dei
bambini cinesi e sui siti che rilanciano le sue storielle da cinque
minuti l’una: 34 miliardi di visioni da quando dalla Gran Bretagna è
sbarcata nell’Impero di Mezzo; un miliardo di euro di fatturato nel solo
2017. La porcellina rosa aveva già allarmato nei mesi scorsi i genitori
cinesi, che non vedevano di buon occhio le marachelle sue e del
fratellino George, abituati a grugnire e saltare nelle pozzanghere.
Questa volta però è una cosa da grandi, non più da bambini.
Oltre
30 mila video di Peppa o a lei ispirati sono stati cancellati da Douyin,
una piattaforma web per adulti molto popolare in Cina. Tutto è
cominciato la settimana scorsa, quando il Quotidiano del Popolo, voce
del Partito comunista, ha denunciato il personaggio sfruttato da
«commercializzazione sfrenata», diventato oggetto del desiderio per
giovani cresciuti male. Rapidamente, nel fine settimana, Douyin ha
reagito oscurando i videoclip e bloccando anche la ricerca con l’hashtag
#PeppaPig.
Nessun ordine diretto dalle autorità, a quanto
risulta, ma un caso di autocensura preventiva, prima di ricevere un
richiamo ufficiale o una multa dal potere che governa Internet. La
spiegazione è arrivata ieri sul Global Times, quotidiano che fa sempre
capo al governo. «Peppa si è trasformata in un’inattesa e indesiderabile
icona di sottocultura “shehuiren”».
«Shehuiren», scrive il
giornale, nel contesto del web identifica i giovani-adulti che seguono
comportamenti contrari ai valori correnti, sono poco istruiti e non
hanno un lavoro stabile. Si tratta di una categoria sgradita, «in
antitesi con la giovane generazione che il Partito vuole coltivare».
Il
Global Times, che pur essendo di proprietà del Partito e fieramente
nazionalista ha una certa autonomia di vedute, osserva che «ci vuole
immaginazione per collegare l’apparentemente innocente Peppa alla
subcultura antisociale, ma il problema esiste».
Quello che
preoccupa è la libera reinterpretazione della maialina occidentale,
diventata protagonista sulla Rete di «meme» satirici e di «emoji». E
nella vita reale si vedono in giro automobili con Peppa e George
disegnati sulle portiere, ragazzi con tatuaggi temporanei della maialina
sulle braccia, che sfoggiano orologi con il suo faccione sul quadrante
(orologi fasulli e inutili, che non indicano l’ora ma l’appartenenza
alla tribù dei perdigiorno shehuiren). Addirittura la testa di Peppa è
stata sovrapposta a un corpo di Buddha in un amuleto messo in vendita in
Tibet.
Circolano anche video pirata scandalosi, con Peppa
trasformata in pornostar (ma questo è successo anche in Europa).
Riassume il professor Jiang Haisheng, dell’Università di scienze
politiche dello Shandong: «Quando le giovani generazioni di cinesi
cresceranno, le loro caratteristiche culturali influenzeranno
profondamente il progresso e lo sviluppo della nostra società, per
questo bisogna guidarle». E così Peppa scompare dal web.
Il «virus
Peppa» (inteso come personaggio diventato virale sul web, ma anche come
male sociale) finisce nella lista nera da estirpare perché viene usato
come parodia di situazioni reali, è reinterpretato in modo creativo e
libero. E creatività e libertà di pensiero possono destabilizzare il
sistema. Per questo Peppa, con i suoi grugniti infantili e le sue
storielle che a noi paiono distensive, a Pechino è diventata sovversiva e
antisociale.