Repubblica 30.5.18
Innovazione
Uomini e robot la grande sfida del lavoro futuro
«Tra qualche anno i robot saranno in grado di guadagnare soldi che l’essere umano avrebbe potuto guadagnare per sé»
di Vito De Ceglia
La
manifestazione di Trento, che si apre domani, analizza pericoli e
vantaggi per l’occupazione della diffusione della tecnologia
Ci
accolgono in hotel, assistono gli anziani, eseguono i lavori domestici,
aiutano i medici negli ospedali, ci sostituiscono in casi di emergenza e
fanno molto altro ancora. Mentre tutti si chiedono se ci ruberanno il
lavoro o se ci miglioreranno la vita, i robot umanoidi hanno iniziato a
lavorare per noi.
«Il numero non è ancora elevato, e la maggior
parte dei prototipi oggi in circolazione ha una limitata intelligenza
artificiale, ma i robot cresceranno velocemente dal punto di vista
cognitivo e un giorno faranno le stesse cose degli esseri umani»,
premette Richard B. Freeman, docente di Economia alla Harvard
University, conosciuto in tutto il mondo per i suoi studi sugli effetti
dell’intelligenza artificiale e dei robot sul mercato del lavoro.
Non
a caso, sarà l’esperto americano ad aprire domani il Festival
dell’Economia di Trento (31 maggio - 3 giugno) con un intervento dal
titolo emblematico: “Robot mania”.
Intervento che introduce il
tema della manifestazione di quest’anno, focalizzata sull’impatto che
avranno le nuove tecnologie nella società.
Un esempio concreto?
«Le auto senza conducente: una rivoluzione epocale per il mondo del
trasporto. Rivoluzione che però necessita di tempo per essere
realizzata», risponde Freeman. «La sfida sarà quella di ottenere nei
prossimi anni il massimo vantaggio da questo cambiamento per il bene
della nostra società». Secondo i dati presentati dall’International
Federation of Robotics (Ifr) nel 2025 il valore di mercato della
robotica mondiale sarà di 70 miliardi di euro ed è prevista una crescita
media annua di robot venduti nel mondo del 15 per cento. Il punto
critico, secondo l’economista, sta nella gestione del cambiamento. Come
dobbiamo comportarci? Cosa dovremo fare quando saranno le macchine a
lavorare e guadagnare al posto nostro?
«Tra qualche anno i robot
saranno in grado di guadagnare soldi che l’essere umano avrebbe potuto
guadagnare per sé», spiega Freeman.
«L’affermazione “Chi detiene i
robot governa il mondo” rappresenterà il mantra della società del
futuro. Quindi, l’obiettivo deve essere quello di assicurarci che la
gestione e la proprietà dei robot sia diffusa, così come i ricavi
generati dalle macchine siano redistribuiti in modo uniforme, affinché
questa enorme ricchezza non sia concentrata in poche mani».
Ma che
cosa sono in grado di fare oggi i robot? «Già oggi vengono utilizzati
spesso come forza lavoro in ambiti sanitari o nell’industria, ma devono
essere perfezionati. Per migliorarne l’efficenza, dobbiamo però lavorare
in modo da far convergere l’intelligenza cognitiva e l’intelligenza
motoria della macchina. È possibile riuscirci entro 10-15 anni»,
risponde Roberto Cingolani, fisico “prestato alla robotica”, direttore
dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, uno dei centri più
importanti al mondo nell’ambito delle intelligenze e dei corpi
artificiali. Cingolani è uno dei pochi che può spiegare, con cognizione
di causa, che cosa vuol dire e che impatto avrà per l’umanità vivere
insieme ai robot umanoidi. «Quando si affronta il rapporto uomo-
macchina, ci vuole sempre il giusto equilibrio, che oggi non c’è», dice.
«Passiamo
da momenti di esaltazione a un eccessivo catastrofismo, mentre dobbiamo
essere realisti e pensare che negli ultimi vent’anni la ricerca ha
fatto enormi progressi, ma escludo a priori che un giorno i robot
sostituiranno i nostri affetti. Il concetto futuro è che queste macchine
saranno come telefonini: con una sim molto veloce in grado di prendere e
gestire tutte le app direttamente dal cloud per soddisfare ogni tipo di
nostra richiesta».
Quello nato in casa Iit, - R1 - Your Personal
Humanoid, risponde a queste caratteristiche. «R1 è paragonabile a una
sorta di telefonino che in più è in grado di aiutarci», spiega il
direttore. È un passo avanti fondamentale: perché si è passati da una
robotica Formula 1 e si è arrivati a un’utilitaria. È il primo esempio
del passaggio da una tecnologia di altissimo livello a una con una
fruibilità maggiore». R1 nasce dallo sviluppo delle tecnologie del più
noto iCub, il robot dal volto di bimbo sviluppato una decina di anni fa
dall’Iit. «R1 non ha le performance di iCub ma è pensato per le
prestazioni domestiche», conclude Cingolani. «L’idea è di mantenere
l’umanoide al costo di uno scooter, come prototipo si andrà sui 10mila
euro per poi scendere a seconda anche della produzione».
ààSecondo
l’Ifr nel 2025 il valore di mercato della robotica mondiale sarà di 70
miliardi di euro GIi obiettivi saranno redistribuzione equa e uniforme
dei ricavi generati dalle macchine e proprietà diffusa
Quasi umani
Nella foto grande, il dipartimento di robotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.
Sotto, l’umanoide R1 e il robot iCub