il manifesto 30.5.18
Ogni giorno un pogrom, a Kiev scorrazzano i nazi
Ucraina. Rinviato a giudizio killer di Rocchelli. Il governo ucraino richiama il nostro ambasciatore
di Yurii Colombo
MOSCA
Un pogrom in piena regola quello avvenuto a Kiev la scorsa domenica
contro alcuni negozi di venditori di origine caucasica, da parte di un
nutrito gruppo di attivisti dell’estrema destra della capitale ucraina.
Già il giorno precedente, nel tardo pomeriggio e poi al termine della
finale di Champions League, gruppi di ultras ucraini legati a formazioni
neonaziste avevano attaccato a freddo dei tifosi del Liverpool con
coltelli e spranghe, ferendone alcuni e costringendone 2 alle cure
ospedaliere.
NON CERTO UN CASO ISOLATO. La polizia, secondo
l’Informator di Kiev, aveva già registrato ben 26 aggressioni contro
cittadini stranieri nelle 48 ore precedenti l’incontro di calcio.
Il
mattino successivo poi, circa 500 attivisti dell’estrema destra si sono
presentati presso il centrale mercato «Lesnaya» decisi a punire i
commercianti di origine caucasica che «avevano importunato degli
ucraini». Secondo i neofascisti i commercianti di provenienza azera
avrebbero malmenato qualche giorno prima una donna ucraina rea di aver
tentato di rubare della frutta dai loro banchi.
IL CORTEO
NEOFASCISTA, una volta dentro i padiglioni del mercato, al grido di
«Straniero ricorda, qui siamo noi i padroni», ha distrutto e bruciato
molte bancarelle di commercianti stranieri, come ha poi affermato lo
stesso capo della polizia al giornale Segodnya.
Alcuni avventori
che stavano filmando la scena sono stati minacciati da individui
incappucciati appartenenti ai gruppi neofascisti S14, già passato alle
cronache il 14 aprile scorso per l’assalto a un campo rom appena fuori
Kiev che avevamo già denunciato sul manifesto, e Pravy Sektor. Solo più
tardi la polizia è intervenuta fermando 37 presunti partecipanti
all’assalto, poi rilasciati dopo un minaccioso presidio di militanti
dell’estrema destra fuori dal commissariato di polizia. Si tratta solo
dell’ultimo odioso caso di xenofobia contro stranieri o comunità locali
non autoctone. Ormai in tutto il Paese scorrazzano liberamente gruppi
della destra radicale. Solo 5 giorni fa a Ternopol, nell’Ucraina
occidentale, un gruppo di estrema destra ha dato l’assalto a un
accampamento rom. Per l’aggressione sono state arrestati 12 individui. E
il 9 maggio vicino a Leopoli, a Rudny, si è ripetuto lo stesso macabro
rito.
CHE IL POTERE CENTRALE e il governo di Poroshenko abbiano
delle responsabilità per questa ondata crescente di violenze è
dimostrato da come sta affrontando il caso giudiziario di Andrea
Rocchelli. ll 24 maggio del 2014, il giornalista italiano e l’attivista
dei diritti umani Andrey Mironov furono uccisi nei pressi di Slovyansk,
una cittadina del Donbass, a causa di colpi di mortaio sparati contro
l’auto su cui viaggiavano, durante la fase più calda della guerra tra
l’esercito del Tridente e le milizie delle repubbliche ribelli del
Donbass.
DIECI MESI FA, al termine di una lunga inchiesta, la
polizia italiana arrestò a Bologna il presunto assassino di Rocchelli,
Vitaly Markiv, allora membro della guardia nazionale ucraina. Da allora
gruppi di estrema destra hanno tenuto vari presidi «di protesta» davanti
all’ambasciata italiana a Kiev e a Roma. Ora, pochi giorni dopo che
Markiv è stato rinviato a giudizio dal tribunale italiano, il ministero
degli interni ucraino ha sentito perfino la necessità di convocare
l’ambasciatore italiano a Kiev Davide La Cecilia: un evidente tentativo
di intimidazione nei confronti della nostra magistratura e della nostra
diplomazia