sabato 19 maggio 2018

Repubblica 19.5.18
Legge al palo, ma arrivano i primi salvavita
In commercio diversi sistemi che segnalano se il seggiolino è ancora occupato quando il guidatore si allontana
di Vincenzo Borgomeo


Roma Non è bastato nemmeno l’appello di Papa Francesco, nel dicembre scorso, per evitare che la commissione Bilancio della Camera cancellasse dalla manovra l’obbligo di prevedere allarmi per i seggiolini dei bimbi. Quindi una legge, invocata a più riprese dopo gli ultimi casi di bambini morti imprigionati nell’auto dei genitori, in Italia non c’è ancora. Ma qualcosa si muove lo stesso, perché in commercio si trovano ormai diversi tipi di sistema di allarme.
Uno dei primi è stato il Salva Bebè, ideato nel 2012, che fa partire un segnale acustico se il guidatore si allontana quando il piccolo è ancora a bordo. Analogo il principio di “ Remmy”, un sistema di allarme sonoro da installare sotto al seggiolino, acquistabile online e compatibile con tutti i modelli. Ma c’è anche il “ Child reminder alert” lanciato da Waze, che funziona tramite una App per smartphone. E la settimana scorsa è stato lanciato il primo seggiolino in Europa che ha i sensori integrati. Negli Usa, sistemi del genere sono in commercio da tempo, perché lì ogni anno i bimbi dimenticati in auto sono una quarantina. Tragedie con molti punti in comune: l’ 87% delle vittime aveva meno di tre anni e in più della metà dei casi i genitori erano convinti di aver lasciato il piccolo a scuola o alla baby sitter. L’ultimo arrivato è BebèCare, il nuovo seggiolino sviluppato da Chicco in collaborazione con Samsung. I prezzi partono da 150 euro. Ha due livelli di allarme: il primo scatta quando lo smartphone su cui è attiva l’App BebèCare si allontana dall’auto con il bimbo a bordo. È un allarme acustico e visivo che si può silenziare entro 40 secondi. Se non viene spento, dopo 40 secondi scatta il secondo livello di protezione: la app invia un sms a tutti i numeri di emergenza registrati nell’account famiglia, con indicazioni utili a geolocalizzare l’area in cui si trova il bambino.
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