La Stampa 19.5.18
Il ragazzo schivo vittima dei bulli
di Francesco Semprini
Uno
studente al terzo anno di liceo, dal carattere schivo e vittima di
bullismo, e un coetaneo, forse un compagno di scuola. Sono le due
persone fermate nell’ambito della strage di Santa Fe dove sono rimaste
uccise almeno dieci persone e altrettante sono ferite. La 22ª sanguinosa
sparatoria in una scuola dall’inizio del 2018, causata questa volta
dalla follia armata di Dimitrios Pagourtzis, 17 anni. È lui l’autore
della mattanza, un accanimento di fuoco contro compagni e professori del
Santa Fe High School, nell’omonima cittadina texana a Nord-Ovest di
Galveston. È stato catturato poco dopo la sparatoria e ha subito
collaborato con la polizia a cui avrebbe detto che non aveva avuto il
coraggio di suicidarsi. Al momento del raid indossava trench e anfibi,
imbracciava un fucile da caccia e un revolver calibro 38, nessuna delle
due armi era posseduta legalmente.
I primi riscontri non mostrano
tracce di acquisto delle armi attraverso i canali convenzionali,
potrebbero essere state sottratte al padre. È chiaro invece che il
teenager avesse una certa familiarità con gli esplosivi, tanto è vero
che, secondo testimoni, nel momento dell’assalto avrebbe anche lanciato
in un’aula delle «pipe bomb», bombe rudimentali realizzate con tubi di
ferro. Altre sono state rinvenute nelle vicinanze della zona del raid
assieme, sembra, a una pentola a pressione trasformata in ordigno come
quelle usate nell’attentato alla maratona di Boston del 2013.
Secondo
quanto riferito dal governatore del Texas, Greg Abbott, nell’abitazione
del 17enne sono stati trovati altri esplosivi. Cognome di origine
elleniche, Pagourtzis è uno studente dell’11o grado (terzo e penultimo
anno di superiori), dal carattere schivo se ne stava spesso per conto
suo. Secondo alcuni racconti sarebbe stato più volte preso di mira da
bulli dello stesso istituto. Gli account sui social media, alcuni dei
quali poi oscurati, mostravano una sua foto con una maglietta recante la
scritta «Born to kill» (nato per uccidere), mentre secondo il sito
Khou, altre immagini lo ritraggono in una lunga giacca verde con simboli
nazisti.
Sembra non essere considerata l’ipotesi però della pista
dell’odio razziale o del terrorismo interno, ma non è escluso che
Dimitrios non abbia agito da solo. Come confermerebbe il fermo di una
seconda persona da parte dalla polizia, un complice forse, forse un
compagno di scuola, dal quale potrebbero emergere elementi decisivi per
capire la vera natura della strage.