La Stampa Torino 19.5.18
Depressi, nevrotici o troppo vivaci
Tremila ragazzi finiscono in cura
Il boom dei disturbi “legati alla condotta”. I medici: un’emergenza che nasce in casa
I social network, se non usati correttamente, rischiano di diventare un fattore moltiplicatore dei disturbi adolescenziali
di Alessandro Mondo
Alla
base possono esserci cause di tipo neurologico. Mentre non ci sono
dubbi sul contributo, in negativo, da parte di un combinato di fattori:
famiglie disgregate o integre ma prive “di capacità contenitiva”, cioè
di regole e prima ancora di tempo da dedicare ai figli, scuole in
affanno, un contesto sociale dalle maglie sempre più allentate. E
naturalmente, le ripercussioni dei social network.
Le conseguenze
le scontano gli adolescenti, i ragazzi e le ragazze nella fascia 13-18
anni, sovente colpiti da un ventaglio di disturbi comportamentali che
talora possono manifestarsi anche precocemente, in età scolare:
depressioni, nevrosi, irrequietezza, reazioni emotive eccessive,
difficoltà di concentrazione, ritardo cognitivo, comportamenti
“oppositivo-provocatori”, disturbi dello spettro autistico, per citarne
alcuni. Numeri in aumento: 1.778 casi di comportamenti
oppositivo-provocatori nell’anno scolastico 2015-2016, il perimetro sono
le scuole di Torino con insegnanti di sostegno, saliti a 1.888 e poi a
2.041 negli anni scolastici 2016-17 e 2017-18. Un dato per tutti: in
Piemonte la Rete dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile segue
annualmente circa 50 mila minori, tra questi oltre 3 mila sono colpiti
da disturbi legati alla condotta. Una vera emergenza clinica, che
impegna maggiormente i servizi nei percorsi di cura.
Se ne è
parlato al convegno organizzato presso l’ospedale Regina Margherita
dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e
dell’Adolescenza (Sinpia). Sono intervenuti, tra gli altri, Anna Maria
Baldelli, Procuratore capo della Procura presso il Tribunale per i
minorenni di Torino Piemonte Valle D’Aosta, Valentina Sellaroli,
Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino,
Benedetto Vitiello, Direttore Neuropsichiatra infantile del Regina.
«Si
tratta sempre di persone fragili con condotte che necessitano di un
aiuto che spesso loro stessi non chiedono - spiega il dottor Fulvio
Guccione, coordinatore Epidemiologia e Organizzazione dei Servizi Simpia
-. Infanzia e adolescenza sono momenti cruciali per la salute mentale
delle persone: oltre il 50% dei disturbi psichiatrici dell’adulto ha un
esordio in età evolutiva». E come si ricorda sovente, i ragazzi di oggi
sono gli adulti di domani.
Disturbi sovente sottostimati, dalle
famiglie e dagli stessi medici, come manifestazioni passeggere di
disagio da curare con qualche ansiolitico. Invece se ne esce, non senza
difficoltà, con percorsi psicoterapeutici abbinati a trattamento
farmacologico, servizi sociali, soggiorni in strutture dedicate. L’altra
faccia della medaglia sono i casi di cronaca, protagonisti adolescenti
con problemi del comportamento o con rilevanti problematiche
psichiatriche.
Non a caso il tema è seguito a livello nazionale
dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, che ha segnalato i
limiti del settore: tra questi la carenza di servizi e strutture. Per
restare al Piemonte, ricorda Guccione, dal 2007 al 2014 i
neuropsichiatri che lavorano nelle Asl si sono ridotti del 15%:
un’emergenza nell’emergenza.