Repubblica 12.5.18
Laura Boldrini
“Un big bang o la sinistra si estinguerà Leu è una sigla da superare anche il Pd però cambi”
di Giovanna Casadio
ROMA
«Non possiamo galleggiare perché così ci estinguiamo. Con il Pd è
importante dialogare ma anche il Pd deve sentire questa esigenza». Laura
Boldrini, ex presidente della Camera, riconosce che la sinistra rischia
l’«espulsione» dalla scena politica e che si deve andare «oltre Leu» ma
al tempo stesso invita tutta l’area progressista a «cambiare rotta». In
fretta.
Presidente, la sinistra in cui lei si è candidata come riparte?
«Dalle
realtà in cui ha perso consenso, dalle periferie, dove sia Leu che il
Pd ma anche Potere al popolo hanno avuto i risultati peggiori».
Leu, la sua lista, ha avuto poco più del 3%. Aveva ragione Pisapia ad agitare lo spauracchio di una sinistra residuale?
«I
risultati delle liste associate al Pd, che era l’operazione di Pisapia,
non hanno neanche raggiunto il 3%. Per Leu non è stato soddisfacente,
ma per le liste coalizzate con i Dem ancora meno. Tutti indistintamente
siamo stati percepiti come establishment. Vogliamo prenderne atto
seriamente e agire di conseguenza?».
Leu si deve sciogliere?
«Quello
che è accaduto il 4 marzo è centrale. Il pericolo ora è che si
consolidi il bipolarismo 5Stelle-Lega e che la sinistra rischi
l’espulsione dal quadro politico.
Bisogna andare oltre Leu. Cosa
vuol dire? Un’aggregazione più ampia, innovativa, con le migliori
esperienze dei sindaci come la rete di Pizzarotti, del civismo, della
cultura femminista, dell’ambientalismo e dell’associazionismo. Quando si
prende il 3%, l’imperativo è cambiare, non riproporre stancamente lo
stesso assetto».
In questo processo di rilancio ci deve essere anche un Pd magari de-renzizzato?
«Non
ne faccio una questione di persone, ma di politiche. La lezione del 4
marzo riguarda tutta l’area progressista. Per risalire la china dobbiamo
cambiare rotta rispetto alle politiche degli ultimi anni. Non possiamo
galleggiare perché così ci estinguiamo. Con il Pd è importante dialogare
ma anche i Dem devono sentire questa esigenza di cambiamento».
Si presenterà alle primarie del centrosinistra?
«Se ci sarà un centrosinistra e se ci saranno le primarie, ci ragioneremo».
Un governo 5Stelle-Lega sta per nascere. Meglio così o subito al voto?
«Votare
a luglio sarebbe stato un azzardo. In piena estate è più alto il
rischio di astensione. E poi saremmo andati a votare con la stessa
legge: stessi assetti, stessa crisi istituzionale, stessa maionese
impazzita. Ma certo, un governo Lega-5Stelle non mi piace neanche un
po’».
Eppure c’è chi, nel Pd, ha festeggiato l’accordo Salvini-Di Maio.
«C’è
poco da festeggiare, vedo il rischio di un governo oscurantista, con un
arretramento sui diritti civili. Salvini ha più volte affermato di
volere riportare il paese ai tempi di sua nonna: significa non guardare
al futuro, restare fuori dalle grandi sfide. Sono molto preoccupata per
come questo governo sposterà drammaticamente a destra l’asse politico. E
penso che ora, di fronte a tutto questo, la sinistra e il
centrosinistra debbano passare per un big bang se vogliono risollevare
le proprie sorti».
Salvini l’ha spesso offesa pesantemente.
«Sì,
ma in questo Salvini e i suoi si sono anche qualificati. Si sono
rivolti a me in modo raccapricciante: bambole gonfiabili, auguri di
stupro, fake news. Poi ho incontrato Salvini in un faccia a faccia e
tutti hanno visto come gli exploit volgari nascondevano il vuoto di
argomenti».
E con i 5Stelle?
«Per 5 anni hanno scambiato il
Parlamento per un palcoscenico teatrale invece di cercare il dialogo per
raggiungere risultati concreti. E Di Maio in questi due mesi ha avuto
un atteggiamento camaleontico.
Anche questo preoccupa».