Repubblica 11.5.18
Lo sconcerto degli elettori
L’ira dei fan di sinistra De Masi: il governo più a destra di tutti
De Monticelli: spero che perdano voti L’attore Marescotti: non mi avranno più
di Concetto Vecchio
ROMA
Questo rischia di essere il governo più a destra di sempre. Peggio di
quello di Tambroni, che almeno aveva alle spalle la Dc». Il sociologo
Domenico De Masi evoca l’esecutivo che nel 1960 ebbe l’appoggio del
Movimento sociale italiano. De Masi ha votato M5S, «da uomo di sinistra»
precisa, «perché speravo che poi facessero un governo col Pd». Invece
sta per nascere la compagine «più anti europea, più anti immigrati, più
filo piccole imprese della Repubblica. Un giorno funebre». Di Maio e
Salvini che si prendono palazzo Chigi inquieta quel pezzo di società
progressista che, per delusione verso il Pd, ha guardato con simpatia al
Movimento, pensando che fosse «una costola della sinistra», per citare
un’espressione che D’Alema nel ‘95 usò nei confronti Lega. Stufa di
Renzi ha votato per Di Maio: ora si ritrova un governo alla Orbàn.
Lo
storico dell’arte Tomaso Montanari ha espresso questo timore in un
tweet: «Terribile errore». Perché «in politica il giallo e il verde
possono produrre il nero». La filosofa Roberta De Monticelli nottetempo
ha pubblicato un post indignato su Facebook, sfogando la sua delusione
per chi va a governare «con un demagogo dagli istinti tribali e la
benevola simpatia» di Berlusconi. «La responsabilità di questa
situazione», ragiona al telefono, è del Pd che li ha sospinti nelle
braccia di Salvini.
E qui c’è stato un doppio errore: uno ideale,
perché i democratici hanno anteposto l’interesse del partito a quello
pubblico pur di non fare l’alleanza, e uno politico, perché dicendo
“hanno vinto loro, ora governino”, hanno finito per ragionare come se
fossimo ancora in un sistema maggioritario». De Monticelli li guardava
«con speranzosa attenzione», anche se poi ha votato per +Europa. E
adesso?
«Mi sa che hanno già abbassato la guardia su temi che li
avevano contraddistinti, come anticorruzione, conflitto d’interessi,
evasione fiscale.
Spero che perdano voti!» L’ombra del Cavaliere
che si allunga è quindi l’altro rospo da mangiar giù per un mondo filo
M5s che si scopre deluso.
«Perché B. autorizza Salvini a fare ciò
che per oltre due mesi gli ha furiosamente proibito?», si domandava ieri
sul Fatto quotidiano Marco Travaglio. «O ha paura del voto o anche
perché ha ottenuto quelle garanzie che ha sempre preteso dai governi non
suoi per non scatenare la guerra termonucleare: favori a Mediaset e
nessuna norma contro le quattro ragioni sociali della sua banda
(corruzione, evasione fiscale, mafia e conflitto d’interessi)». «Se
questa operazione sarà controllata da Berlusconi non mi avranno più.
Perderanno
almeno due milioni di voti», dice infatti l’attore Ivano Marescotti,
che ha scelto l’M5s «per rovesciare il tavolo». Ora è profondamente
inquieto.
«Salvini è un fascistello del ventunesimo secolo. Io ero
per andare a nuove elezioni. Non è vero che l’esito sarebbe stato lo
stesso».
Antonio Catania, il protagonista di Mediterraneo, dopo
una vita a sinistra, il 4 marzo ha dato la sua preferenza al M5S.
Avrebbe voluto anche lui un governo col Pd, «ma Renzi è stato di un
infantilismo inspiegabile. La presenza di Salvini non mi entusiasma,
temo la sua posizione sull’immigrazione, e ancora di più il rapporto non
chiaro che lo lega a Silvio Berlusconi. Ma per il resto dico:
aspettiamo i fatti. Certe categorie, destra e sinistra, non valgono più.
Il capo della Lega rappresenta le paure dell’italiano medio verso
l’ignoto, una paura comune. Non lo capiscono i miei amici del centro
storico che votano ancora per il Partito democratico».