il manifesto 11.5.18
De Masi: «È il giorno più nero per la sinistra. Dal ’46 Italia mai così a destra»
Intervista.
L’altolà del sociologo: «La Lega si mangerà i 5 stelle. Serve
un’opposizione militante, Pd ed ex la smettano di litigare. I soldi per
le promesse non ci sono. Faranno scelte simboliche a costo zero:
liberalizzazione delle armi, stretta su immigrati e richiedenti asilo.
Cambieranno la nostra antropologia»
di Daniela Preziosi
«È
il giorno più nero per la sinistra italiana. In Italia inizia il
governo di destra più a destra dal ’46. E io ho ottant’anni: sono nato
sotto il fascismo nel ’38 e morirò in un’Italia di destra, ma “destra
destra”». Domenico De Masi sorride, ma è serio. Sociologo del lavoro, è
stato uno degli studiosi più ’aperturisti’ verso i 5 stelle, per i quali
ha condotto anche una ricerca. Oggi però la musica cambia, spiega.
Virano a destra. «Marx distingueva la classe in sé e la classe per sé. I
5 stelle hanno una doppia composizione, sociologicamente omogenea ma
ideologicamente molto divisa. La loro base sociale è stata analizzata
dall’Istituto Cattaneo: il 45 per cento è di di sinistra, il 25 di
destra, il 30 fluttuante. Ha votato per loro il 37 per cento degli
insegnanti, il 37 degli operai, il 38 dei disoccupati e il 41 dei
dipendenti della pubblica amministrazione. Li ha votati un iscritto
della Cgil su tre e 2milioni di ex elettori del Pd».
Insomma una base sociale di sinistra.
Attenzione
a quello che dice Marx. Era la base della sinistra a cui però i partiti
pedagogicamente insegnavano ad avere una coscienza di sinistra,
un’anima e una coscienza di sinistra. Ma ora i partiti la pedagogia non
la fanno più. I 5 stelle hanno la base più vicina a quella che aveva il
Pci di Berlinguer. Ma manca Berlinguer. E Gramsci.
C’è Renzi.
Se
il Pd avesse accettato il governo con loro gli sarebbe stato facile
riconquistare la propria base. Oggi Salvini può fare l’opposto: attrarre
gli elettori di destra dei 5 stelle. Nel 2013 la base sociale del Pd
era ancora simile. L’operazione di Renzi è stata quella di cambiare la
base sociale del suo partito. Un’operazione riuscita, ma suicida.
Ma se ci sono tutti questi elettori di sinistra nei 5 stelle, perché si sono rivoltati all’idea di accordo con il Pd?
Non si sono rivoltati loro, si sono rivoltati quegli altri.
Adesso questi elettori come reagiranno all’accordo con la Lega?
Ora
questo gruppo è sconcertato, sperava in una democratizzazione dei 5
stelle, non in una destrizzazione. Non credo che M5S abbia la forza di
traghettarli a destra. Questi due milioni di voti sono usciti dal Pd da
sinistra del Pd. Ora sono in libera uscita. Ma non c’è una sinistra in
cui rientrare.
Può succedere invece che il governo giallo-verde
faccia dei provvedimenti popolari, come investire soldi sulle pensioni.
La sinistra sarebbe costretta ad apprezzare.
Il problema sono i
soldi.Le priorità di Salvini e quelle di Di Maio sono diverse. A Di Maio
al sud serve un generoso reddito di cittadinanza. Salvini sarà disposto
a una via di mezzo. Ma di una cosa sono certo: prima faranno
provvedimenti a costo zero ma altamente simbolici. Liberalizzeranno il
porto d’armi per la legittima difesa, un provvedimento che violenta la
cultura italiana. Aumenteranno i controlli sugli immigrati, ridurranno
gli aiuti ai richiedenti asilo, che già oggi stanno in campi di
concentramento orribili. Insomma con cose così rischiano di modificare
la nostra struttura antropologica.
Crede che non troveranno le risorse per cambiare la legge Fornero?
Potrebbe
essere che fanno un ritocco alla legge ma nel frattempo cambiano tutti i
quadri Rai, e questo piccolo ritocco diventa una grande conquista.
C’è
stata una luna di miele fra 5Stelle e sinistra radicale. Anche lei ha
dato loro molto credito. Sebbene non poche cose, per esempio l’uso della
piattaforma Rousseau consigliavano prudenza. Ora lei ha cambiato idea?
Faccio
una premessa. Sono stato a Ivrea, invitato da loro (alla kermesse in
ricordo di Gianroberto Casaleggio, ndr). In quell’occasione ho potuto
capire bene questa piattaforma, che mi hanno fatto studiare per due
giorni. La piattaforma ha otto filoni e uno di questo, per esempio,
serve ai consiglieri comunali come formazione e-learning per sapere, di
un dato argomento, quali leggi esistono a che punto sono gli altri
comuni eccetera. Una cosa da pionieri che tutti gli copieranno presto.
Comunque il grande elettore dei 5 stelle è stato Renzi, e lo dico io che
avevo nel Pd il mio partito di riferimento. Liberisti non siamo, e
invece ci siamo ritrovati un Pd neoliberista. Un Pd che ha maltrattato
per esempio gran parte del costituzionalismo italiano. Il mio contatto
con i 5 stelle è stato di natura professionale, ma comunque mi
consentiva di intrufolarmi in questo movimento: un sociologo non può non
essere intrigato da un fenomeno così. Ho visto che nel M5S c’è un’anima
di sinistra e una di destra. Di qui il tentativo di aiutare, nel mio
piccolo, quest’incontro fra 5 stelle e Pd. Poteva nascere la più bella
socialdemocrazia del Mediterraneo, una colonizzazione intellettuale dei 5
stelle. Oppure si può creare il governo più di destra della storia
dell’Italia repubblicana e quello più a destra della Ue. In due anni
Salvini si mangerà i 5 stelle.
Lei crede che si apra un ciclo lungo della destra?
Ma
certo. Intanto è un governo che avrà un sacco di aiuti. Parliamoci
chiaro: a tifare Lega-5 stelle sono stati quasi tutti, il Corriere,
Repubblica, la Confindustria diceva «fate presto», le centrali
mediatiche hanno dato ordine alle tv di dire che comunque ci voleva
subito un governo, e cioè quel governo, visto che il Pd era
indisponibile.
Qual è il destino dei 5 stelle dopo questa svolta?
La
Lega se li mangerà. Gli elettori più a destra passeranno con Salvini.
Quelli di sinistra tenderanno alla fuga. Da oggi serve un’opposizione
militante. Lo dico chiaro, nessuno pensi neanche lontanamente che voglio
una delle duecento cariche che ora verranno distribuite da loro. No,
serve un’opposizione vera. Ma senza riferimenti è impossibile. Poco fa
ero in una trasmissione. In una giornata come questa, il giorno più nero
della sinistra, mentre nasce il governo più a destra d’Europa,
l’esponente del Pd e quello di Mdp che facevano? Litigavano fra loro.