martedì 8 maggio 2018

«Non sono mai stato ateo o anti religioso»
Repubblica 8.5.18
Intervista a Marco Bellocchio
“Era un incantatore e ha fatto sempre quello che voleva”
di Arianna Finos


Non eravamo amici in senso confidenziale, ma ci siamo incontrati più volte nelle nostre lunghe vite», dice Marco Bellocchio. «Ero un ragazzino quando rimasi folgorato da Il posto, mi colpì il realismo discreto e quel modo di fare cinema con pochi soldi. L’albero degli zoccoli e Il mestiere delle armi sono film memorabili».
Olmi era un cineasta cattolico, lei non credente.
«Non sono mai stato ateo o anti religioso, ma mi stupiva quella sua arte che rimandava ai grandi, da Alighieri a Manzoni. Ermanno era un artista credente mio contemporaneo: il suo produrre bellezza mi faceva capire che non esistono confini. Un tempo si contrapponevano le estetiche, come se marxismo e cattolicesimo producessero bellezze diverse. Ma la bellezza è universale».
Olmi difese il suo “L’ora di religione”.
«Sì, e in modo esplicito, non so se in nome della libertà di pensiero o
della bellezza».
Avete aperto due scuole: Ipotesi cinema e Fare cinema.
«Ermanno aveva il dono della comunicazione verbale. Era un incantatore, oltre a essere molto spiritoso. Una di quelle persone che ami ascoltare, qualità tipica dei Maestri. Mentre io, che non amo parlare, faccio prevalere l’esperienza e realizzo corti insieme ai miei allievi. Olmi aveva anche una grande capacità di gestire i rapporti, difendere la sua libertà anche nei confronti delle istituzioni: ha sempre fatto esattamente quello che voleva».