«Non sono mai stato ateo o anti religioso»
Repubblica 8.5.18
Intervista a Marco Bellocchio
“Era un incantatore e ha fatto sempre quello che voleva”
di Arianna Finos
Non
eravamo amici in senso confidenziale, ma ci siamo incontrati più volte
nelle nostre lunghe vite», dice Marco Bellocchio. «Ero un ragazzino
quando rimasi folgorato da Il posto, mi colpì il realismo discreto e
quel modo di fare cinema con pochi soldi. L’albero degli zoccoli e Il
mestiere delle armi sono film memorabili».
Olmi era un cineasta cattolico, lei non credente.
«Non
sono mai stato ateo o anti religioso, ma mi stupiva quella sua arte che
rimandava ai grandi, da Alighieri a Manzoni. Ermanno era un artista
credente mio contemporaneo: il suo produrre bellezza mi faceva capire
che non esistono confini. Un tempo si contrapponevano le estetiche, come
se marxismo e cattolicesimo producessero bellezze diverse. Ma la
bellezza è universale».
Olmi difese il suo “L’ora di religione”.
«Sì, e in modo esplicito, non so se in nome della libertà di pensiero o
della bellezza».
Avete aperto due scuole: Ipotesi cinema e Fare cinema.
«Ermanno
aveva il dono della comunicazione verbale. Era un incantatore, oltre a
essere molto spiritoso. Una di quelle persone che ami ascoltare, qualità
tipica dei Maestri. Mentre io, che non amo parlare, faccio prevalere
l’esperienza e realizzo corti insieme ai miei allievi. Olmi aveva anche
una grande capacità di gestire i rapporti, difendere la sua libertà
anche nei confronti delle istituzioni: ha sempre fatto esattamente
quello che voleva».