giovedì 3 maggio 2018

La Stampa 3.5.18
Abu Mazen: l’Olocausto causato dagli ebrei
Il leader dell’Anp dinanzi al Consiglio palestinese: perseguitati perché praticavano l’usura e attività bancarie simili
di Giordano Stabile


Una «lezione di storia» che ha affossato la credibilità del presidente palestinese Abu Mazen più di mille sconfitte. L’82enne leader si è lasciato andare, la sera di lunedì, a una divagazione sull’antisemitismo e le persecuzioni degli ebrei che ha suscitato un’ondata di indignazione in tutto il mondo e allontanato ancor più l’ipotesi di un rilancio dei negoziati di pace con Israele.
Il momento era importante, e sotto i riflettori dei media, perché Abu Mazen parlava agli oltre 700 rappresentanti del Consiglio nazionale palestinese, un organo rappresentativo di tutte le fazioni, riunito dopo nove anni in vista del trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme, il 14 maggio.
Abu Mazen sta cercando di ricompattare in tutti i modi il fronte palestinese. Ha parlato a fiume, per oltre un’ora e mezza, e a un certo punto ha affrontato anche la storia degli ebrei in Europa, e le persecuzioni costanti che hanno subito «fin dall’anno 1100». E qui il leader si è lasciato andare. È tornato su temi già affrontati quando era studente a Mosca. Tutte le persecuzioni, fino all’Olocausto, ha spiegato, non sono state provocate dall’odio per gli ebrei ma dalla loro «funzione sociale», cioè dal fatto che praticavano «l’usura e attività bancarie simili».
Abu Mazen ha citato alcuni testi controversi. Gli ebrei «nell’Europa dell’Est e dell’Ovest», ha continuato in diretta tv, sono stati soggetti a massacri e pogrom: «Ma perché è successo? Loro dicono: perché siamo ebrei. Ma io vi posso portare tre autori ebrei con tre libri che dimostrano come la ragione sia un’altra, cioè la loro funzione sociale, l’usura e attività bancarie simili». Abu Mazen non ha specificato titoli e nomi ma ha comunque toccato uno dei peggiori cliché antisemiti, «l’ebreo usuraio» manovratore della finanza mondiale.
La reazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu è stata immediata. Il suo portavoce ha dichiarato che le affermazioni di Abu Mazen «sono antisemite e patetiche». Il viceministro per la diplomazia Michael Oren ha sottolineato con sarcasmo come il leader palestinese sia convinto «che i banchieri ebrei hanno provocato l’Olocausto: ora possiamo dire di avere un partner per concludere un accordo di pace». Ed è questo il primo effetto dello scivolone che ha indignato e allarmato l’Europa, su posizioni più vicine ai palestinesi rispetto agli Stati Uniti.
La Germania ha ribadito di essere contraria a «qualsiasi relativizzazione» della Shoah, con un messaggio su Twitter del ministro degli Esteri Heiko Maas. Il capo della diplomazia dell’Ue Federica Mogherini ha parlato di «commenti inaccettabili sulle cause dell’Olocausto e sulla legittimità d’Israele». «Una tale retorica - ha aggiunto la sua portavoce - non farà che giocare a favore di coloro che non vogliono una soluzione a due Stati». Cioè gli estremisti di Hamas ma anche settori del governo israeliano e dell’Amministrazione americana. Il vecchio raiss è sempre più solo e poco gli è valso, in questa tempesta, aver imposto il suo vecchio braccio destro Nabil Shaath come più probabile successore.