giovedì 3 maggio 2018

Il Fatto 3.5.18
Abu Mazen incendiario per non sparire
L’Olocausto giustificato - Il leader palestinese sotto accusa per le frasi antisemite
Abu Mazen incendiario per non sparire
di Roberta Zunini


Dopo ben vent’anni, lunedì s’è riunito a Ramallah il Consiglio Nazionale palestinese. Un evento nei Territori Occupati dove le elezioni vengono posticipate da anni e la nomenklatura al potere da decenni non ama fare riunioni a porte aperte tra le diverse anime politiche dei palestinesi. Nei 90 minuti d’intervento in diretta tv il presidente dell’Anp Abu Mazen, malato e sempre più impopolare, ha inanellato una serie di considerazioni “esplosive” verso Israele.
Alla vigilia del controverso trasferimento dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme (14 maggio) e della commemorazione della Nakba (la “cacciata” 70 anni fa dei palestinesi da parte del nuovo stato israeliano, il 15, ndr) Abu Mazen prova a ingraziarsi ancora una volta l’indifferente opinione pubblica palestinese, che guarda piuttosto con favore ad Hamas, il movimento islamico al governo di Gaza o quantomeno vorrebbe nuovi rappresentanti ritenendo Abu Mazen e il suo entourage corrotto e incapace. Dopo aver annunciato che è “arrivato il momento di disconoscere lo Stato di Israele”, pur avendo a lungo perorato la causa della necessità di riconoscerlo per poter negoziare la soluzione dei ‘due Stati’, ora l’ottuagenario raìs fa marcia indietro in extremis, aggiungendo una affermazione ritenuta dagli ebrei di tutto il mondo falsa e provocatoria. Ovvero che “non esiste una relazione fra gli ebrei e la terra di Israele”, definendo lo Stato ebraico un “prodotto coloniale” britannico. Abu Mazen che dopo la laurea in Siria andò a Mosca, allora capitale dell’Urss, ufficialmente per frequentare un master in Storia, ma secondo molti storici israeliani perché agente del Kgb, ha sempre avuto una posizione ambigua sulla Shoah arrivando a tessere le lodi del Gran Mufti Hussein di Gerusalemme, ammiratore di Hitler e diventato a un certo punto collaboratore dei nazifascisti. Il presidente palestinese ha anche detto che l’Olocausto è stato causato non per ritorsioni di tipo religioso o di razza contro gli ebrei ma per alcuni “comportamenti sociali” tenuti dagli ebrei, come “l’usura, le banche e cose del genere”.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ambasciatore americano David Friedman hanno accusato il leader palestinese di “essere un patetico antisemita”. Abu Mazen, secondo la Bbc, ha anche negato che gli ebrei di ceppo askenazita, che da sempre guidano Israele, siano semiti: “Gli askenazi non hanno alcun rapporto con i popoli semiti”. Secondo il direttore della Anti Defamation League, Jonathan Greenblatt, le dichiarazioni sono “antistoriche e pseudo-accademiche”.