La Stampa 25.5.18
Cannabis light, il ministero dell’Agricoltura regola il mercato delle infiorescenze
Era in vendita in smart shop e tabaccherie, ma senza una legge che ne regolasse la destinazione d’uso
di Nadia Ferrigo
Torino
Era un paradosso legislativo, ora risolto. La cosiddetta «cannabis
light», cioè la canapa con un contenuto di Thc inferiore allo 0,2%, si
poteva coltivare, ma non era ancora regolato il mercato delle
infiorescenze. Una circolare del Ministero dell’Agricoltura ha così
sanato un mercato in piena espansione, che si trovava ancora in una zona
grigia: pur essendo legali le infiorescenze di canapa in vendita non
potevano riportare una destinazione d’uso. «Materiale per uso tecnico –
si legge ancora sull’etichetta della cannabis light venduta in smart
shop e tabaccherie – non atto alla combustione».
E dire che
nell’ultimo anno il settore è cresciuto e parecchio, con un balzo dai
400 ettari di terreno coltivati del 2013 ai quasi 4mila stimati per il
2018. Per la Coldiretti «sono centinaia le nuove aziende agricole che
hanno avviato nel 2018 la coltivazione».
«La coltivazione della
canapa - si legge nella circolare ministeriale - è consentita senza
necessità di autorizzazione, che viene richiesta invece se la pianta ha
un tasso Thc di oltre lo 0,2% come previsto da regolamento europeo.
Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6%
l’agricoltore non ha alcuna responsabilità; in caso venga accertato un
tasso superiore allo 0,6% l’autorità giudiziaria può disporre il
sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa».
Ma c’è
di più. Come spiega Luca Marola, fondatore di Easy Joint e tra i primi a
entrare nel mercato «per la prima volta la parola infiorescenze viene
inserita in un testo di diritto, riconoscendone così il valore. Adesso
tutti i soggetti che hanno investito in questo business sanno di agire
legalmente, senza più ombre». A spiegare la circolare Mipaaf è anche il
vice ministro Andrea Olivero: «Si tratta di un provvedimento necessario
per chiarire i possibili usi della canapa coltivata nell’ambito del
florovivaismo, così da attuare una buona legge e precisarne il suo campo
di applicazione. E in questo modo agevoliamo anche l’attività di
controllo e repressione».