martedì 1 maggio 2018

La Stampa 1.5.1
Emilio Lussu: in prigione voglio soltanto La Stampa
“Rappresenta l’opinione costituzionale e legalitaria”: trovata una lettera dello scrittore antifascista scritta nel 1926 dal carcere di Cagliari
di Nicola Pinna


Chiedeva una penna, un calamaio e carta «da scrivere in quantità sufficiente». Poi libri e possibilmente anche un giornale. Ma non uno qualsiasi. E lo specifica con chiarezza, Emilio Lussu. Nella sua lettera al Procuratore del Re, scritta dal carcere di Cagliari il 3 novembre del 1926, spiega bene questa sua richiesta: «Il sottoscritto si limita a chiedere la lettura del giornale La Stampa, edito a Torino, che notoriamente rappresenta l’opinione costituzionale e legalitaria».
Il rischio, e Emilio Lussu lo sapeva bene, era quello che in cella arrivassero i giornali di propaganda. E se è vero che la lotta antifascista gli era già costata le manette, per arrivare poi al confino, l’eroe sardo della Prima guerra mondiale non voleva di certo ritrovarsi costretto a leggere dietro le sbarre le notizie messe in circolo dal regime. Per questo sperava di ottenere solo una concessione: non quella di avere «un giornale di sinistra», ma soltanto La Stampa. Un quotidiano che dell’indipendenza ha fatto la sua forza lungo i 151 anni di storia, pur tra i pesanti limiti imposti dal regime durante il periodo fascista.
Durante la detenzione all’interno del carcere di Buoncammino a Cagliari, tra il 31 ottobre del 1926 e il 22 ottobre dell’anno dopo, Emilio Lussu ha scritto alcune delle pagine della sua ricca produzione letteraria. Ma anche molte lettere, ai parenti, al direttore del penitenziario, che in quel periodo era Attilio Murru Mameli. Quella del 3 novembre, nella quale chiede di poter leggere La Stampa, era rimasta nascosta per quasi 100 anni negli archivi della casa circondariale. Dimenticata, anzi trascurata, tra milioni di carte che meriterebbero di essere esposte in un museo.
A recuperarla, qualche mese fa, è stata la famiglia di Lussu, continuamente impegnata nella ricostruzione del grande impegno politico e culturale del fondatore del Partito sardo d’Azione, il primo movimento indipendentista sardo, unica forza politica che in Sardegna riuscì a contrastare l’avanzata del fascismo. Dell’autore di Un anno sull’altipiano restano tante testimonianze del lungo cammino letterario. A partire proprio dal racconto della sua avventura nelle trincee della Prima guerra mondiale, con la divisa da ufficiale delle Brigata Sassari: un libro tradotto in molte lingue e considerato una delle opere più importanti del Novecento italiano.