La Stampa 19.5.18
Dimenticata in auto dal papà ingegnere
Bambina di un anno muore sotto il sole
Tragedia a Pisa, la piccola è rimasta chiusa per sette ore Ad accorgersene la madre, andata a prenderla all’asilo
di Pietro Barghigiani
«Ma
la bimba dov’è?». Una domanda banale di una mamma a un papà. La
risposta strazia il cuore quando Daniele Carli corre dall’ufficio verso
l’auto lasciata nel parcheggio dell’azienda dove è entrato al lavoro,
come ogni mattina, alle 8,30. La telefonata della moglie arriva quando è
ormai troppo tardi, verso le 15,30. E gli ricorda, come un flash capace
di illuminare la mente oscurata, che quando è uscito di casa sul sedile
posteriore, nell’ovetto, c’era sua figlia Giorgia . Avrebbe compiuto un
anno il 31 maggio. Non è arrivata a spegnere la sua prima candelina.
Dopo essere rimasta almeno sette ore nell’abitacolo della Peugeot
familiare, il suo cuoricino si è fermato.
Una tragedia destinata a
ferire a morte anche il papà, un ingegnere di 44 anni, originario della
provincia di Grosseto, dipendente della Continental di San Piero a
Grado, provincia di Pisa.
La corsa per salvarla
Dopo la
telefonata, l’uomo corre verso l’auto. Vede la bimba immobile.
Quell’immagine lo fa esplodere in urla disperate, che richiamano sul
piazzale i colleghi. Prova a rianimarla. C’è chi chiama i soccorsi.
Giorgia non c’è più.
«Colpa mia, colpa mia, ero convinto di averla
lasciata all’asilo» si dispera più tardi davanti ai carabinieri. Il
parcheggio della Continental, azienda nel settore degli iniettori per
auto, fa da quinta a un dramma che la letteratura scientifica rubrica
come amnesia dissociativa. Quella che può aver colpito l’ingegner Carli,
un’altra figlia più grande della piccola Giorgia, residenza nel vicino
Comune di Cascina e impegnato da anni in politica come segretario del
circolo Pd di Riglione, una frazione di Pisa.
La strada verso il nido
Daniele
è uscito di casa, una villetta al confine con l’abitato della città
della torre ieri mattina con la bambina in auto; doveva portarla al nido
a Riglione-Oratoio e poi andare al lavoro. Ed è quello che,
parcheggiando l’auto fuori dall’azienda era convinto di aver fatto. Ma
quando Gabriella, la moglie, arriva al nido per prendere la bambina, le
maestre le dicono che la piccola Giorgia non è mai arrivata.
Il
caldo non ha dato scampo a Giorgia e per Daniele e Gabriella, una coppia
molto unita – sono sposati dal 2011 e Giorgia era arrivata il 31 maggio
del 2017 a fare compagnia alla sorellina di sei anni – ci sono solo
urla di disperazione e lacrime. Daniele viene riaccompagnato in
fabbrica. E nella città dove ha studiato per diventare ingegnere e dove
aveva scelto di vivere con la famiglia, impegnandosi anche nella
politica locale, comincia il via vai di amici e conoscenti.
L’abbraccio della città
Nel
tardo pomeriggio arriva anche il sindaco, Marco Filippeschi: ha appena
annullato parte dei festeggiamenti in piazza dei Miracoli, proprio sotto
la Torre Pendente, dove doveva tenersi l’inaugurazione delle mura
storiche restaurate. «È una tragedia senza parole – dice il primo
cittadino dopo aver incontrato Daniele -. Ci siamo abbracciati. La
coppia? L’ho vista molto unita».
Il magistrato di turno, Giancarlo
Dominijanni, fa un sopralluogo e dispone l’autopsia sulla piccina, i
carabinieri sequestrano l’auto. Per il papà c’è l’iscrizione nel
registro degli indagati per omicidio colposo. Un atto dovuto.