internazionale 6.5.18
Le donne non si fermeranno
The Guardian, Regno Unito
Decine
di migliaia di persone sono scese in piazza nelle città spagnole,
indignate dalla decisione del tribunale di Pamplona che ha assolto
cinque uomini dall’accusa di stupro di gruppo, condannandoli per il
reato più lieve di abusi sessuali. La corte ha stabilito che non c’era
stata violenza né intimidazione perché la vittima non aveva reagito.
L’accusa è ricorsa in appello e vari politici hanno subito condannato la
sentenza. Madrid ha promesso che riesaminerà le leggi sui crimini
sessuali. In un tweet la polizia spagnola ha scritto “No signiica no”
per dodici volte. Anni di campagne di sensibilizzazione hanno cambiato
l’atteggiamento delle persone e delle autorità. Com’è possibile che ci
sia ancora tanto da fare? Gli attivisti spagnoli hanno accusato la
“cultura patriarcale e maschilista” del paese, ma la questione non
riguarda solo la Spagna. In India ci sono state manifestazioni contro le
agghiaccianti reazioni di funzionari e politici dopo lo stupro e
l’uccisione di due ragazze, una delle quali di appena otto anni. Gli
irlandesi hanno manifestato contro l’assoluzione di due rugbisti
dall’accusa di stupro: a scatenare la rabbia erano stati gli otto giorni
di controinterrogatori a cui era stata sottoposta la vittima.
La
settimana scorsa negli Stati Uniti l’attore Bill Cosby è stato
condannato per violenza sessuale. Secondo alcuni questa sentenza è un
evento epocale, ma per altri è solo un’eccezione. Le accuse contro gli
imputati devono essere valutate rigorosamente e i testimoni devono
essere messi alla prova. Ma troppo spesso le vittime devono sofrire due
volte. Perché lo stato non riesce a portare in tribunale i loro
assalitori. Oppure perché durante il processo subiscono
controinterrogatori concepiti per confutare la loro testimonianza, o
devono affrontare il pregiudizio secondo cui la maggior parte delle
accuse di violenza è falsa. Casi simili scoraggiano le donne che
vorrebbero denunciare gli abusi subiti, dicono agli aggressori che
possono farla franca, e lanciano un messaggio più ampio sul modo di
trattare le donne che la società considera accettabile. In tutto il
mondo invece le proteste stanno diffondendo un altro messaggio: le donne
non solo meritano ma pretendono di meglio, e non si fermeranno finché
non l’avranno ottenuto.