Il Sole 3.5.18
Le trattative in salita per un governo di responsabilità che arrivi a dicembre
di Lina Palmerini
Come
è naturale al Quirinale sono giorni di grandissima preoccupazione. I
tentativi per formare un governo politico fatti durante le consultazioni
al Colle e, poi, con i due mandati esplorativi ai presidenti di Senato e
Camera non hanno prodotto risultati e domani la parola ritorna a Sergio
Mattarella. È stata valutata – e lo sarà ancora oggi – la possibilità
di un pre-incarico a Matteo Salvini ma quello che ancora manca sono i
numeri parlamentari e fatti nuovi che suggeriscano la possibilità di una
maggioranza. Anzi, rispetto a qualche settimana fa la situazione è
perfino peggiorata. Nel senso che con Di Maio si è arrivati ai ferri
corti mentre si aspetta la direzione del Pd. Potrebbero arrivare segnali
da lì per un appoggio a un governo di centro-destra? Può darsi ma
quello che per primo ha escluso con sdegno i voti da Renzi è stato
proprio Salvini. E dunque il pre-incarico (magari anche a Giorgetti)
resta sullo sfondo mentre - seppure in salita - avanza l’idea di nuove
consultazioni per un governo di responsabilità. Ecco, la giornata di
oggi servirà al capo dello Stato per maturare un’ulteriore riflessione
sulla scelta di venerdì.
Di certo il piatto forte sarà la
direzione del Pd. Sia per i segnali che possono arrivare rispetto a
eventuali appoggi al centro-destra o ai 5 Stelle ma soprattutto perché
si aspetta un chiarimento sulla leadership. Chi sarà l’interlocutore del
Colle? Sarà Maurizio Martina pienamente investito dal partito a
condurre le trattative o sarà Renzi per interposta persona? È stato
spiazzante sentire le aperture di Martina all’uscita delle consultazioni
con Roberto Fico e poi ascoltare l’intervista di Renzi in Tv che ha
chiuso ogni spazio. Capire chi avrà la titolarità a trattare, dopo un
passaggio democratico e formale in un organismo del partito, è quindi un
altro tassello per la decisione di Mattarella in una fase che diventa
sempre più delicata.
I prossimi sei mesi, infatti, sono densi di
appuntamenti europei e internazionali e già si discute della proposta di
budget Ue per i fondi del 2021-2027, risorse cruciali anche per
l’Italia eppure nessuno si preoccupa di avere un Governo operativo che
se ne occupi. Aspetti che invece il Quirinale ha ben presente e che lo
inducono a ragionare su un governo di tregua – o meglio di
responsabilità – per arrivare almeno a fine dicembre, dopo aver votato
la legge di bilancio italiana. E questa potrebbe essere la sua scelta di
domani, cominciare a impostare un giro di consultazioni per costruire
questa ipotesi magari guidata da uno dei presidenti delle Camere.
Non
è semplice anche questa via d’uscita, anzi, le trattative partono già
in salita visto che i 5 Stelle, dopo aver sperimentato due negoziati
andati a vuoto, si sono irrigiditi sulla posizione del voto subito. E
dunque chi voterebbe questo Esecutivo? Salvini oscilla tra il sì al
governo di scopo per fare la legge elettorale e il ritorno al voto
subito. Quel che è certo è che prima dell’estate non si torna alle urne,
potrebbe accadere in autunno a settembre-ottobre e si ragiona pure
sulla possibilità che resti il Governo Gentiloni. Ecco, Mattarella forse
potrebbe mettere i partiti di fronte a questa scelta: la permanenza
dell’attuale Esecutivo e il rischio di esercizio provvisorio. Oppure la
responsabilità di fare un Governo e un bilancio che servirà a non far
aumentare l’Iva degli italiani.