il manifesto 26.5.18
Mosca avverte anche Bruxelles: «Il nostro primo partner economico è ormai la Cina»
Macron e Putin: dialogo sulla Siria, uniti sull’ Iran
Incontro a San Pietroburgo
di Yurii Colombo
MOSCA
Che il clima dell’incontro tra Putin e Macron, nell’ormai tradizionale
cornice del Forum economico di San Pietroburgo, sarebbe stato sereno, lo
si è capito ieri quando il presidente francese ha risposto a una
domanda dei giornalisti sull’affaire del Boeing malese abbattuto in
Ucraina 4 anni fa. Macron ha evitato toni propagandistici sottolineando
piuttosto «la disponibilità russa a collaborare alla ricerca della
verità». Disponibilità confermata anche da Putin che però ha negato
ancora una volta la responsabilità dell’esercito russo per quanto
avvenne nei cieli del Donbass.
I DUE LEADER, già dal loro primo
incontro parigino di un anno fa usano anche un colloquiale «tu» negli
incontri ufficiali, ma questo non significa che non ci siano motivi di
contesa. Anzi. A cominciare dalla questione ucraina. Macron in pubblico
ha ripetuto il refrain dell’importanza degli accordi di Minsk, ma in
privato ha sostenuto che una soluzione per il Donbass non si troverà
finché Mosca non rivedrà la sua posizione sullo status della Crimea.
Proposta irricevibile per Putin che punta, alla lunga, a un
riconoscimento de facto dell’unificazione della penisola alla Russia.
Il
presidente russo resta pessimista, per il momento, anche sulla
questione del Donbass. «Sono convinto che l’attuale governo di Kiev non
voglia trovare una soluzione: pesano fattori di politica interna visto
che l’Ucraina si sta preparando alle elezioni parlamentari e
presidenziali del 2019».
PROVE DI DIALOGO invece sulla Siria.
Macron ha sostenuto l’idea di un dialogo tra i rappresentanti delle
attuali autorità siriane, con la partecipazione del gruppo di Astana,
nonché delle «forze ribelli dell’opposizione democratica» e «tutte le
potenze regionali interessate alla stabilità». «Stiamo cercando di
sviluppare un approccio inclusivo che permetta di raggiungere la
stabilità nella regione», ha ripetuto Macron. Putin ha invitato, da
parte sua, a «depoliticizzare» la questione siriana. «Gli europei
possono partecipare con i loro capitali alla ricostruzione del Paese –
ha ribadito il capo del Cremlino – favorendo così anche il rientro dei
profughi dall’Europa».
Accordo pieno invece sull’Iran: secondo
entrambi l’accordo sulle armi atomiche non può essere cancellato. Macron
ha confermato l’impegno francese e dei Paesi europei a preservare
l’accordo. Per il leader francese, è già stato anche avviato un dialogo
con il presidente iraniano Hassan Rouhani su questi punti. Poi da
consumato politico si è permesso di strizzare l’occhio al pubblico del
Forum, ricevendo in cambio un applauso convinto: «Rompere l’accordo
unilateralmente dopo che era stato preparato dieci anni non è un
approccio serio» ha detto.
«LA RUSSIA sta facendo di tutto per
presentarsi come un partner serio» commentava ieri il Financial Times, a
bilancio della serie di incontri avuti da Putin nelle ultime settimane
tra Soci e San Pietroburgo (al Forum era presente anche il premier
giapponese Abe con cui Putin ha firmato contratti per un miliardo di
dollari). Nei colloqui franco-russi non poteva certo mancare un capitolo
dedicato ai rapporti economici tra i due paesi. Putin si è lamentato
degli scarsi investimenti francesi nel suo Paese: «Una sola società
energetica finlandese, la Fortum, ha investito 6 miliardi di euro Russia
e l’intera Francia ne investe 15. È normale?» Putin ha chiesto
retoricamente al suo omologo francese.
HA POI FATTO APPELLO
all’intera Ue perché torni in forze sul mercato russo prima che il suo
Paese si rivolga sempre di più verso il partner cinese. «Non è più la
Germania, ma ormai da tempo la Cina, il nostro primo partner
commerciale. L’interscambio con la Cina è di quasi 85 miliardi e
raggiungeremo sicuramente i 100. L’interscambio con l’Unione Europea era
di 450 miliardi di dollari e si è ridotto della metà, mentre quello
Cina sta crescendo costantemente» ha avvertito il presidente russo.