il manifesto 12.5.18
Israeliani e palestinesi in tre seminari della Fondazione Basso e Assopace
Iniziative.
Parte oggi un ciclo di incontri con esponenti israeliani e palestinesi
per fotografare l'attuale situazione politica, culturale e di
repressione
Dalla Siria alla Palestina, il Medio
Oriente è una pentola in ebollizione di tensioni accese da attori
esterni e interni. Su questi temi la Fondazione Basso con Assopace
Palestina ha deciso di lanciare tre seminari che vedranno protagonisti
esponenti israeliani e palestinesi: si parte oggi alle 10.30 alla Casa
della Pace di Monterotondo.
«La regione è l’emblema di una crisi
diffusa della legalità internazionale, aggravata dalla logica
unilaterale della presidenza Trump – ha spiegato ieri il presidente
della Fondazione, Franco Ippolito – La nostra non intende essere una
delle tante denunce, ma l’avvio di un percorso per fotografe la
situazione in Israele, politica, di repressione, culturale».
All’evento
di oggi partecipano il direttore dell’associazione israeliana per i
diritti umani B’Tselem, Hagai El-Ad, il direttore dell’organizzazione
palestinese in Israele Mossawa Jafar Farah, la ricercatrice israeliana
Nurit Peled e Avraham Burg, politico e scrittore israeliano, ex
presidente della Knesset e dal 2015 membro del partito di sinistra
Hadash.
«L’unicità di Israele sta nell’aver legalizzato l’abuso,
dalle demolizioni alle confische di terre – spiegava ieri El-Ad – Tutto è
definito dalla legge. Israele viola le basi e i principi del diritto
internazionale mentre insiste a dire che lo rispetta. Un pericolo: così
svuota dall’interno il senso della legalità internazionale».
«Noi
palestinesi cittadini israeliani – gli fa eco Farah – non viviamo sotto
occupazione militare, ma in uno Stato che compie una discriminazione
strutturale attraverso leggi, politiche diverse in economia e cultura e
l’isolamentodei palestinesi. Ma così ha isolato anche gli ebrei
all’interno della regione mediorientale».