Corriere 12.5.18
Sotto accusa a Firenze
«Licenziati» i carabinieri della violenza
di Fiorenza Sarzanini
Marco
Camuffo e Pietro Costa, i carabinieri accusati di aver violentato, lo
scorso settembre, due studentesse americane a Firenze durante il
servizio, sono stati «licenziati» dall’Arma. I due dovranno ora subire
due processi: uno militare e uno davanti alla giustizia ordinaria.
Marco
Camuffo e Pietro Costa sono stati destituiti dall’Arma. I due
carabinieri accusati di aver violentato due studentesse americane la
notte tra il 5 e il 6 settembre dello scorso anno a Firenze sono stati
cacciati al termine dell’indagine disciplinare che era stata avviata
subito dopo la denuncia presentata dalle ragazze. Immediata era scattata
la sospensione dal servizio. E adesso, in attesa del rinvio a giudizio e
dunque del processo sollecitato dai pubblici ministeri, è stata
inflitta la sanzione più grave. Un provvedimento reso «inevitabile» dal
comportamento dei militari. L’atto segna la volontà del comandante
generale Giovanni Nistri di procedere in maniera rigorosa. E così, al di
là delle contestazioni penali riguardo alla violenza sessuale, sulla
decisione della commissione ha pesato il comportamento tenuto quella
notte. E soprattutto la convinzione che non si sia trattato di un
episodio sporadico.
Il primo illecito contestato si basa sulle
modalità dell’intervento. Le verifiche hanno infatti consentito di
accertare che dopo essere stati chiamati dalla centrale operativa per
sedare una rissa all’interno della discoteca Flo, Camuffo e Costa si
sono fermati al bar e hanno «agganciato» le due straniere. Con loro
hanno cominciato a chiacchierare, si sono scambiati i numeri di
cellulare, fino a proporre di uscire insieme dal locale e poi di
accompagnarle a casa. Ed è in questo momento che scatta la seconda,
gravissima violazione. Alle due giovani è stato infatti consentito di
salire sulla macchina di servizio (mentre ciò può accadere soltanto in
casi eccezionali) e, una volta giunti sotto il residence dove le
americane alloggiavano con alcune amiche, l’auto è stata parcheggiata e i
carabinieri sono entrati nel portone.
I due militari hanno negato
di aver violentato le ragazze, ma entrambi hanno ammesso di aver avuto
un rapporto sessuale. Sarà il giudice penale a dover stabilire se
sussistano gli estremi dello stupro, dal punto di vista disciplinare
quanto hanno fatto è stato ritenuto sufficiente per cacciarli. Anche
perché in casi del genere il fatto di indossare una «divisa» rappresenta
un vero e proprio abuso di autorità. In più i due sono usciti dalla
zona di competenza, sia perché hanno lasciato la vettura di servizio
incustodita nonostante fossero di turno. E sono stai «irreperibili» per
circa un’ora. Quanto bastava mandarli via.