domenica 6 maggio 2018

Il Fatto 6.5.18
“Lo stallo è totale: Di Maio e Salvini sono vincitori fasulli. E il Pd ormai è una farsa”
Massimo Cacciari - “Non credo che il Colle sciolga le Camere. È tutto fermo tra veti e infantilismi”
“Lo stallo è totale: Di Maio e Salvini sono vincitori fasulli. E il Pd ormai è una farsa”
intervista di Tommaso Rodano


Massimo Cacciari è al solito caustico. Osserva il grande stallo politico con ironia e distacco: “La situazione è surreale. I vincitori hanno dimostrato di essere vincitori fasulli. Il Pd è una barca che affonda in un bicchiere d’acqua. Il blocco è totale”.
E le colpe di chi sono?
Partiamo dal principio. Questa condizione la dobbiamo al Rosatellum. Un’operazione geniale: nato per fottere i Cinque Stelle si è trasformato in un’arma per la loro vittoria; quando si dice “eterogenesi dei fini”.
Una vittoria mutilata, si direbbe.
I due vincitori delle elezioni sono completamente fermi: Salvini è bloccato dall’impossibilità di lasciare Berlusconi, i grillini dalla loro stessa natura e da una visione ingenua della politica: o noi o niente. Pretendono di non trattare né sul premier né sulla presenza di qualche ministro di Forza Italia.
Ma hanno cercato l’accordo sia con la Lega che con il Pd. Una rivoluzione, rispetto alle loro origini. O no?
Si sono aperti, certo, ma sempre con un atteggiamento di acuto infantilismo: “Venite a noi”. Non puoi concepire la mediazione dicendo semplicemente che la montagna deve andare da Maometto. Se avessero rinunciato a imporre Di Maio premier, sono convinto che non avrebbero fatto fatica a formare un governo. Se avessero proposto una terza persona, Salvini avrebbe avuto un’arma formidabile per convincere Berlusconi a rinunciare a tutto o quasi. Dubito che questo infantilismo continui a pagare a livello elettorale.
Cosa farà il presidente della Repubblica domani?
È quasi impossibile trovare una soluzione. Credo che Mattarella sarà costretto a dare l’incarico a qualcuno: sarebbe poco serio andare alle elezioni con Gentiloni ancora premier. Potrebbe conferirlo alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati.
E i voti in Parlamento dove li cerca?
Dal centrodestra e da Renzi. In questa situazione, come fa Salvini a non darle i voti? E con la spinta di Mattarella potrebbe prenderli anche dal Pd. L’alternativa è andare avanti con Gentiloni e convocare le elezioni, ma prima di ottobre è ormai impossibile votare. E credo che il Quirinale sia molto restio a una soluzione di questo tipo.
Il Pd può uscire dallo stagno in cui si è confinato?
Parliamo ormai di un partito fantasma. L’ultimo episodio è la Direzione nazionale, uno spettacolo patetico. Parli per settimane di resa dei conti, ti presenti con 10mila correnti in dissenso su tutto o quasi. Poi arrivi al giorno della Direzione e che fai? La concludi con un voto all’unanimità. Non è una cosa seria. Ma quand’è che discutono davvero? Quando daranno un minimo di dignità alle ragioni per cui si dividono? Prima era un piccolo dramma, ora è un’autentica farsa.
Deve liberarsi di Renzi?
Se il Pd si libera di Renzi non rimane niente. È l’unico con un po’ di carisma e un po’ di voti propri. Gli altri in Direzione non si sono voluti contare perché non c’è nessuna unità tra di loro; i Franceschini, i Cuperlo, gli Orlando, gli Emiliano. Facciano almeno una cosa: una volta stabilita la data dell’Assemblea o del Congresso, gli antirenziani si mettano d’accordo, si presentino con un programma, un documento serio e un leader comune. E provino a salvare la faccia.
Quel leader può essere Zingaretti?
È l’unica possibilità. Tutti gli altri sono completamente bruciati. Alcuni hanno portato l’acqua con le orecchie a Renzi per anni, adesso si sfilano. Altri, penso a Cuperlo, non hanno l’ambizione politica per questa sfida. L’unico è Zingaretti. Non ha perso le sue elezioni, a differenza di tutti gli altri, e in questi anni non è nemmeno stato coinvolto troppo nelle vicende sciagurate di questo partito.