mercoledì 30 maggio 2018

Il Fatto 30.5.18
Gravi, serie (o ridicole): chiamale se vuoi situazioni
di Antonio Padellaro

Situazione grave: spread fuori controllo e Borsa giù. Ma non seria: “I mercati insegneranno a votare agli italiani” (Günther Oettinger, commissario Ue, subito insignito del coglione d’oro europeo anche per aver rinsaldato i rapporti tra Germania e Italia). Grave: Di Maio e Salvini che gridano al colpo di Stato. Ma non seria: e poi corrono a farsi un selfie dalla D’Urso. Molto, molto grave: se il governo Cottarelli non avrà la fiducia non potrà impedire l’aumento dell’Iva. Ma non seria: il governo Cottarelli è nato morto. Piuttosto seria: l’esecutivo Cottarelli deciderà la nuova governance di Cassa Depositi e Prestiti e Rai (non male per un governo mai nato). Grave e seria: Cottarelli sale al Colle senza la lista dei ministri.
Forse torna oggi. Forse non se ne fa niente e si vota alla fine di luglio. Forse. Grave assai: sul nome di Paolo Savona ministro dell’Economia, Sergio Mattarella manda all’aria il governo M5S-Lega. Però poco seria: “Stampare 8 miliardi di monete nel giro di poche settimane, operare nella massima segretezza, far scattare il D-Day, con relativo annuncio il venerdì sera a mercati chiusi per lanciare il lunedì mattina la Nuova Lira svalutata presumibilmente del 20-25 per cento, prevedere un parziale default del debito”, e vai col tango (Piano B attribuito al medesimo Savona. E non tratto dal film Vogliamo i colonnelli). Grave: il Quirinale che come via d’uscita avrebbe proposto al Mef il nome di Giancarlo Giorgetti braccio destro di Salvini. Ma buona questa: “Non ero io il nome giusto per il Tesoro, sono troppo leghista” (il medesimo Giorgetti riuscendo a rimanere serio). Grave da non crederci: “Di Maio da Fazio. L’ira di Orfeo per il monologo” (La Stampa). Ma grave anche l’ira di chi paga il canone a cui il servizio pubblico non ha dato uno straccio di diretta sulla crisi. E ha dovuto spostarsi su La7 (Mentana-Giletti) che naturalmente ha fatto il botto di ascolti. Grave: l’Italia da sei mesi senza un governo nel pieno delle funzioni. Ma non serious, oh yes: “Sono i poteri forti di Davos che hanno fermato la svolta” (Steve Bannon, che perfino Donald Trump ha cacciato dalla Casa Bianca. Uno Stranamore ora guru di Salvini).
Non grave e non seria: Luigi Di Maio che propone l’impeachment per Mattarella. Tra l’entusiasmo dei social che inneggiano all’impicment, impingement o come cazzo si dice. Grave: il tizio che augura la morte a Mattarella. Disgustosamente non seria: lo stesso tizio che interpellato dai giornali piagnucola, si scusa e se la fa sotto. Grave (speriamo di no): Cinque Stelle e Pd che mobilitano le rispettive piazze. Ma penosa: i sindaci leghisti che rimuovono dai loro uffici i ritratti del Presidente. Grave: “Siamo allo stadio dell’infantilismo anale” (Massimo Cacciari che commenta la situazione politica). E tutta da ridere: “Ora un fronte antisfascisti, io mediano” (Matteo Renzi che si crede Oriali). Grave: se si vota a settembre prevedibile astensione alle stelle. Non proprio seria: il nuovo Parlamento che, fatto unico, senza aver toccato palla se ne andrà in ferie per non tornare più. Gravissima: la campagna elettorale permanente che romperà i timpani agli italiani per tutta l’estate. Ma (fortunatamente) non seria: ad agosto tutti al maaaare.
Ps. Dell’aforisma: “La situazione politica italiana è grave ma non seria” siamo debitori a Ennio Flaiano che, settant’anni fa nei Diari notturni, aveva colto l’essenza tragicomica di chi ci governa.