Il Fatto 26.5.18
Dopo Camusso, scontro per evitare la corsa a tre
Vertice della Cgil - La segretaria, ora alleata di Landini, accusata da Colla, l’uomo del dialogo col Pd
di Salvatore Cannavò
La
Cgil torna a dividersi alla vigilia del suo congresso nazionale.
Oggetto dello scontro, la designazione del nuovo segretario generale
dopo che Susanna Camusso esaurirà il suo mandato di otto anni. La
divisione, però, non è più quella tradizionale tra la segretaria
nazionale e la Fiom di Maurizio Landini.
Stavolta nella parte
dell’oppositore c’è Vincenzo Colla, 56enne piacentino con una carriera
interna al sindacato di cui è stato, dal 2010 segretario generale della
nevralgica Emilia (856 mila iscritti nel 2017). Colla, sconosciuto ai
più, ma con un peso nella Cgil, è entrato in segreteria nel 2016 e,
secondo il chiacchiericcio interno rappresenta l’ala del sindacato che
guarda ancora al rapporto con il Pd, e con un approccio di vecchio
stampo concertativo. La sua candidatura alla segreteria è sul tavolo da
mesi, ma è osteggiata sia da Camusso che da Maurizio Landini, anch’egli
in predicato di correre per la carica più alta e al momento con un
profilo più coperto.
Per sbloccare una situazione che rischia di
determinare tre candidature – Camusso infatti avrebbe gradito la
segretaria della Funzione pubblica, Serena Sorrentino – la segreteria
nazionale ha deciso una prassi inusuale: “L’ascolto informale” dei
segretari di categoria, regionali e delle Camere del lavoro. Una
consultazione a tappeto comunicata, con una lettera della stessa Camusso
ai destinatari il 24 maggio.
In quella lettera il segretario
generale informa i consultati che la segreteria avanzerà una serie di
criteri per scegliere il leader del sindacato. Proposta che “è stata
condivisa da 7 su 9 compagne e compagni della Segreteria”. Un modo per
mettere tutti a conoscenza della spaccatura e cercare di costruire una
soluzione unitaria facendo fare un passo indietro a Colla.
Il
quale, però, non arretra. A stretto giro, infatti, arriva la sua
lettera, siglata insieme all’altro membro “dissidente” della segreteria,
Roberto Ghiselli, con cui definisce l’iniziativa di Camusso “del tutto
inopportuna”, che evidenzia “una divisione interna alla segreteria,
forzando e drammatizzando una discussione” che Colla avrebbe voluto
tutta interna agli organismi dirigenti: direttivo nazionale o Assemblea
generale che, da Statuto, eleggerà il futuro segretario. “Chi ha la
massima responsabilità nell’Organizzazione deve cercare di rappresentare
un punto di equilibrio”, scrive polemicamente il dirigente emiliano.
Lo
scontro è soprattutto sui criteri che dovranno individuare il profilo
del prossimo segretario. La segreteria punta a una forte innovazione, a
una figura che sappia fare contrattazione, autonoma dalla politica,
rappresentativa di quanto di meglio la Cgil ha fatto negli ultimi anni.
Colla ritiene che questi criteri “suggeriscono implicitamente delle
risposte e inducono a escludere in partenza alcune opzioni”.
Si
potrebbe intravedere in quei criteri la figura dello stesso Landini, se
il suo patto con Camusso si è spinto fino a tanto, o una figura di
maggiore innovazione generazionale. Mentre Colla rappresenterebbe la
continuità dell’apparato organizzativo più tradizionale.
Il punto è
che, salvo gli alternativi dell’area “Il sindacato è un’altra cosa”, al
congresso la Cgil arriva con una forte unità attorno al documento “Il
lavoro è” che verrà approvato martedì dal direttivo. Ma sulla
discussione politica, unitaria, aleggia quella, di scontro, sulle
cariche. Discussione che rischia di rovinare la festa al primo sindacato
italiano, una delle realtà della sinistra storica rimaste ancora in
piedi.