Il Fatto 26.5.18
De Magistris si fa partito, a sinistra e contro la Lega
Il primo cittadino di Napoli lancia “Dema”. Già pronti a correre per le prossime Europee e le Regionali
di Alessandro Mantovani
Non
c’è ancora il governo ma il cosiddetto “contratto” M5S-Lega basta e
avanza a Luigi De Magistris per candidarsi a leader dell’opposizione:
“Rassegnatevi, vi verremo a prendere. E dico grazie a Di Maio e a
Salvini perché senza di loro forse la nascita di questo progetto avrebbe
ritardato un po’”. Così il sindaco di Napoli, ieri sera, ha chiuso la
giornata del dibattito all’assemblea congressuale del suo movimento,
Dema (Democrazia e autonomia). Un’assemblea che più movimentista non si
può, in una sala del cinema Modernissimo, nel centro di Napoli, mentre
al piano di sopra c’era chi andava a vedere “Dogman”.
Almeno 60
interventi dal mattino alla sera, nessun imbarazzo a chiamarsi
“compagne” e “compagni” e gli assessori in giacca e cravatta che si
alternavano al microfono con i ragazzi – si fa per dire – dei centri
sociali, l’ex giudice costituzionale Paolo Maddalena che è stato il
primo ad abbracciare “Giggino ’o sindaco” appena sceso dal palco, i
leader di Potere al Popolo, l’eurodeputato della Sinistra unita Curzio
Maltese, Anna Falcone senza Tomaso Montanari, il sindaco di Messina
Renato Accorinti e quelli di Latina e Cerveteri anche in rappresentanza
del parmense Federico Pizzarotti, Enric Bacenà di “Barcelona en Comù”
che è l’organizzazione della sindaca Ada Colau e ambasciatori ed
emissari della sinistra italiana dispersa o ridotta ai minimi termini,
venuti a farsi due conti per capire dove può arrivare De Magistris. Pure
un videomessaggio di Laura Boldrini, ex presidente della Camera. Quasi
nessuno degli ospiti aderisce a Dema, che apre il suo percorso
congressuale destinato a concludersi in autunno. “Una fase costituente”,
dice il sindaco ex pm. Dal Modernissimo inizia però la prima fase di un
confronto che De Magistris vorrebbe traghettare in una nuova forza
politica, magari chiamata Demos, popolo, guardando fin da ora alle
Europee dell’anno prossimo e alle Regionali campane del 2020.
Obiettivo
del sindaco di Napoli è costruire “un’alternativa – dice – al governo
più di destra della storia repubblicana e alla finta opposizione di
Renzi e Berlusconi”, il governo giallo-verde che qualcuno al
Modernissimo chiamava “giallo-nero”. Toni durissimi contro i 5stelle
“che hanno vinto al Sud per allearsi con la Lega”. E soprattutto contro
la Lega: “Ricordiamo cosa diceva Salvini dei meridionali – arringa De
Magistris dal palco –, parlava di ruspe contro gli immigrati, governa
nelle Regioni con Berlusconi e con persone legate alla mafia, dialogava
con CasaPound”. Poi per carità, ci mancherebbe, il sindaco della terza
metropoli italiana è naturalmente pronto a “cooperare con il premier
Conte se avrà la fiducia in Parlamento ma il nostro – ribadisce – è un
progetto alternativo”. E un punto fermo lo mette sul debito di Napoli,
oggetto di scontri nei mesi scorsi con il governo di Paolo Gentiloni:
“Non firmerò mai il dissesto di Napoli, sono disposto a firmare una
delibera che cancella il debito e anche ad andare in galera: mi
porterete delle arance, portatemele buone”.
De Magistris rivendica
i suoi sette anni alla guida di una città tra le più complicate
d’Europa e del mondo: “Siamo una realtà italiana che resiste, che non ha
ceduto al compromesso morale, non ha privatizzato i servizi di
rilevanza costituzionale e ha rotto il rapporto tra politica e camorra”.
Il sindaco ex pm vuol coniugare la “rivoluzione come rottura del
sistema” e “l’affidabilità di governo”. Nel contenitore che immagina non
troveranno posto “tutti quelli che non stanno a destra”, ma “militanti,
amministratori, associazioni, comitati, persone che con la propria
storia hanno dimostrato di non cedere mai al compromesso morale, di
essere credibili, coerenti, di voler fare la rivoluzione che non è una
suonata di violino al Teatro San Carlo”. Uno dei suoi commenta: “Nella
sinistra sono rimaste organizzazioni senza leader, noi non abbiamo
l’organizzazione ma il leader sì”. Chissà se basterà.
Oggi,
intanto, Dema elegge il suo coordinamento e il segretario che sarà
Enrico Panini, reggiano, ex sindacalista della Cgil Scuola, voluto a
Napoli da De Magistris per il delicato assessorato al Bilancio, al
Lavoro e alle Attività economiche. Poi per i mille iscritti dichiarati
inizierà il congresso, a tesi, destinato a chiudersi dopo l’estate.