il manifesto 26.5.18
«Spieghiamo ai migranti i rischi del viaggio»
di Luca Tancredi Barone
BARCELLONA
La ong catalana ProActiva Open Arms ha lanciato nel porto di Badalona, a
nord di Barcellona, una nuova iniziativa umanitaria. Nata
dall’indignazione davanti al corpo senza vita del piccolo profugo Aylan
Kurdi nel 2016 e guidata dal bagnino Oscar Camps, la ong era saltata
agli onori delle cronache italiane in marzo, per il sequestro della sua
nave nel porto di Pozzallo e per l’accusa di associazione a delinquere.
Un’accusa indignante per difenderli dalla quale si era spesa anche la
sindaca di Barcellona Ada Colau. Nelle settimane successive sono state
revocate sia le accuse, sia il sequestro.
Ieri Camps, accompagnato
da Ousman Oumar, giovane ghanese fondatore di Nasco Feeding Minds,
l’associazione partner della nuova iniziativa, ha presentato il
progetto: informare i futuri migranti dei moltissimi pericoli che li
aspettano se decidono di iniziare il difficile viaggio per l’Europa.
«Noi salviamo vite – ha spiegato – finora l’abbiamo fatto in mare. E
continueremo a farlo. Ma c’è un altro modo per farlo: a terra. Cercando
di spiegare a chi vuole lasciare il proprio paese che le mafie li stanno
ingannando: il viaggio non è idillico, non sono un tour operator che ti
portano in Europa e ti trovano lavoro». Ricordando che sono moltissimi i
migranti che muoiono nel tragitto, nel deserto o nel mare, soffrendo
abusi, sequestri, torture, schiavitù, carcere, furti, Camps ha detto che
«abbiamo il dovere di smitizzare la realtà che viene loro raccontata.
La maggior parte della gente non inizierebbe questo viaggio se sapesse
cosa la aspetta».
E nessuno lo sa meglio di Oumar. Condannato a
morte dalla sua tribù alla nascita perché la madre morì di parto, e
salvato dal fatto che il padre era sciamano e non permise che lo
uccidessero, lasciò il Ghana a soli 13 anni in condizioni
difficilissime, senza neppure sapere cos’era un passaporto. Arrivò in
Spagna nel 2005, a 17 anni, dopo aver passato quasi 4 anni in carceri
libiche, algerine, malesi, aver perso amici e compagni di viaggio, fra
sofferenze di cui nasconde i dettagli, riesce a raggiungere dopo vari
tentativi Fuerteventura, Isole Canarie, in un barcone. Da lì solita
trafila: rinchiuso in un Cie, riesce a convincere le autorità di essere
ancora minorenne. Per questo può rimanere. Gli chiedono dove vuole
andare: a Barcellona, di cui conosce il nome per la squadra di calcio,
dove dorme per strada e vive di espedienti. Fino al giorno in cui una
signora lo prende e lo porta a casa.
Da lì inizia una nuova vita.
Ousman studia con voracità in pochi anni tutto quello che non aveva
potuto studiare, impara spagnolo e catalano e decide di fondare una ong
per placare la sua coscienza di sopravvissuto e dare un senso alla
domanda che lo persegue: perché mi sono salvato? «Sono cosciente di aver
vinto una lotteria. Per questo è mio dovere far capire ai ghanesi che è
una follia intraprendere il viaggio». Nasco Feeding Minds dal 2012
costruisce scuole e installa computer nelle aule ghanesi. Il nuovo
progetto con Proactiva Open Arms li ha già portati a incontrare 1500
giovani.
«Non siamo a conoscenza di nessuna altra iniziativa del
genere», ha spiegato Camps. «Sappiamo che è una goccia nel mare. Ma ce
lo dicevano anche quando siamo andati a Lesbo e poi nel Mediterraneo. In
30 mesi in mare, abbiamo salvato 60mila vite».
«Quando dopo il
nostro racconto sono venuti a parlarmi persone che stavano per cadere
nella trappola, mi sono sentito davvero orgoglioso», ha spiegato Oumar,
che non si sente un attivista «ma solo un imprenditore sociale, che
fornisce i mezzi per dare risposta a un problema che ho vissuto sulla
mia pelle». L’intenzione di Camps e Oumar è estendere il progetto a
Nigeria, Guinea equatoriale, Costa d’Avorio e Cameron. «Siamo piccoli ma
decisi, e sappiamo che il lavoro da fare ora è andare nelle terre
d’origine», ha detto Camps. Secondo i dati forniti da Camps, nel 2017,
nel Mediterraneo sono state salvate 120mila persone, di cui 15mila
minori non accompagnati. Nel 2018, sono entrate 10mila persone in
Italia, altrettante in Grecia e 9200 in Spagna. E siamo solo a maggio.