mercoledì 23 maggio 2018

Il Fatto 23.5.18
Il tramonto senza eredità del “vecchio” Mr. Palestine
Abu Mazen - Il momento più nero dell’Anp
di Fabio Scuto

Il presidente palestinese Abu Mazen, ancora sofferente di polmonite, resta ricoverato in ospedale a Ramallah. “Sta bene, ma deve fare attenzione”, fa sapere il portavoce dell’istituto medico Istishari alla periferia della città. Le foto del presidente che cammina in vestaglia nei corridoi e legge un giornale in poltrona mentre si trova in compagnia dei figli Yasser e Tareq, sono state diffuse dallo staff ieri mattina presto, con la chiara intenzione di fermare le voci secondo le quali le condizioni erano più grave di quanto ufficialmente riportato.
Il presidente dell’Anp è stato ricoverato in ospedale domenica con la febbre alta, per la terza volta in 7 giorni. La settimana scorsa, ha subito un lieve intervento all’orecchio. I sintomi sono stati inizialmente presentati come complicazioni dell’operazione, prima che il direttore dell’ospedale Saed Sarahna affermasse che il leader soffriva di una seria “infezione polmonare”.
Lo stato di salute di Mr. Palestine è regolarmente oggetto di voci e speculazioni. Abu Mazen, 82 anni, ha sofferto di vari disturbi – compreso un tumore alla prostata e un problema serio a un rene – e rimane un forte fumatore. Anche se viaggia ancora spesso all’estero, la parola d’ordine a Ramallah è che quando il raìs si trova in Cisgiordania, il programma giornaliero deve essere ridotto. Spesso mostra segni di impazienza e comportamenti descritti dai suoi collaboratori come capricciosi e arrabbiati.
L’età avanzata e la salute di Abbas potrebbero aver contribuito ad alcune delle sue recenti affermazioni. Ad aprile nel suo intervento davanti al Consiglio nazionale palestinese ha accennato al fatto che gli ebrei erano parzialmente responsabili di ciò che accadde loro nell’Olocausto, salvo poi scusarsi il giorno dopo. Si è fatto rieleggere per acclamazione, senza un voto fra i delegati. L’intera scena è sembrata è un ritorno a Castro o Ceausescu e ha lasciato molti osservatori palestinesi nella disperazione.
Per i funzionari della sicurezza israeliani questo è l’inizio della fine dell’era di Abu Mazen, anche se non è chiaro quanto tempo prenderà l’intero processo. Perché fra l’altro se la sua salute lo costringesse a ritirarsi, l’identità del suo erede non è evidente. Il presidente dell’Anp non ha nominato alcun successore e ha nelle sue mani tre diverse cariche: è presidente dell’Anp, presidente dell’Olp e capo di Fatah. A Gerusalemme si ritiene che sia più probabile che se venisse a mancare Abu Mazen verrebbe sostituito, almeno temporaneamente, da un gruppo che potrebbe includere alti dirigenti di Fatah, funzionari con esperienza diplomatica e rappresentanti delle agenzie di sicurezza.
I nomi includono Jibril Rajoub, ex capo della Preventive Security dell’Anp che neha diretto la Federcalcio palestinese. Nasser Al Kidqa, ex ministro degli Esteri e nipote di Arafat. Un altro contendente è Mahmoud al-Aloul, ex governatore di Nablus ora vice di Abu Mazen dentro Fatah. Majid Faraj, il capo dell’intelligence della Cisgiordania, uomo forte vicino al presidente, ma con poche possibilità. I futuri leader verranno dalle file di Fatah, ma avranno bisogno di anni per consolidare il potere.