lunedì 21 maggio 2018

Il Fatto 21.5.18
In Palestina la vittima continua a farsi carnefice
di Orazio Licandro


“Dopo la loro uccisione gli Zeloti e la massa degli Idumei si avventarono sul popolo facendone macello come di un branco di bestie immonde. La gente comune veniva massacrata sul posto appena era presa, mentre i giovani della nobiltà dopo la cattura li incatenarono e li gettarono in prigione, rinviandone l’uccisione nella speranza che qualcuno passasse dalla loro parte. Ma nessuno si lasciò persuadere, perché tutti preferirono morire anziché schierarsi insieme con quei criminali contro la patria. Terribili furono i supplizi cui vennero sottoposti dopo il rifiuto; furono flagellati e torturati, e solo dopo quando il corpo non era più in grado di resistere ai tormenti, a stento concedevano loro il colpo di grazia”. Giuseppe Flavio nelle sue Antichità giudaiche (4.5.3) racconta con sgomento ciò di cui gli Zeloti (in ebraico Kanna’im) erano capaci in ferocia. Apparsi sin dal I secolo, gli Zeloti costituirono una fazione giudaica politico-religiosa segnata da un’irriducibile, irrazionale e accanita indipendenza politica del regno di Giudea, una peculiarità che faceva assumeva loro l’aspetto di strenui difensori dell’ortodossia e dell’integralismo ebraico dell’epoca. Tanto era irriducibile la loro tensione ribelle verso la dominazione romana, da esser trattati appunto dai Romani alla stregua di terroristi e criminali comuni. Ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza, con quegli atroci e incomprensibili massacri di cui si ha notizia, non è molto diverso da quello che accadeva già due millenni fa in Giudea e Palestina, ancora oggi terra di sangue e dolore, e dove nel corso della Storia si ripete il ciclo della vittima che si fa carnefice, per ridiventare vittima e poi ancora carnefice!