Il Fatto 21.5.18
Cile, i silenzi dei cardinali italiani per coprire il “santo” pedofilo
La rete di complicità in Vaticano che ha protetto per decenni Karadima, il parroco stupratore di Santiago
di Fabrizio d’Esposito
Come
notato da più parti, le dimissioni di massa dei vescovi di un intero
Paese rappresentano un altro capitolo inedito della Chiesa cattolica,
un’altra tappa della rivoluzione di Bergoglio, che pure sullo scandalo
pedofilia in Cile qualche abbaglio l’aveva preso: si pensi alla
contestatissima nomina a presule di Juan Barros Madrid, allievo del
“santo” violentatore Fernando Karadima, “coperto” per decenni anche in
Vaticano.
Ed è per questo che il rinnovamento avviato dal
clamoroso gesto dell’episcopato cileno sarà veramente tale solo se si
indagherà a fondo sulla rete di complicità che ha protetto Karadima
durante la sua lunga parabola nella ricca parrocchia del Sacro Cuore di
El Bosque, nella Santiago borghese che ancora rimpiange il dittatore
fascista Pinochet.
I nomi? Soprattutto uno, come ha spiegato in
un’intervista all’edizione italiana dell’Huffington Post il poeta cileno
Pablo Simonetti, attivista dei diritti civili dei gay: “Il potere di
Karadima è stato fondato anche sulla sua vicinanza alla dittatura e al
gruppo sociale che l’ha sostenuta. È stato in un certo modo il legame
tra Pinochet e il Vaticano, attraverso il Nunzio Apostolico del tempo,
monsignor Angelo Sodano, che è stato poi promosso da Giovanni Paolo II
segretario di Stato. C’è una rete di potere che vale la pena di
investigare”.
Oggi Sodano, novantenne, è il decano del collegio
cardinalizio. L’ex segretario di Stato di papa Wojtyla ha sempre
mantenuto una solida coerenza in merito. Come la difesa del fondatore
dei Legionari di Cristo, il messicano Marcial Maciel Degollado, altro
feroce stupratore di seminaristi poi condannato dal Vaticano. Non solo.
Secondo il cardinale Schönborn, nel 1995 Sodano coprì il gravissimo caso
dell’allora arcivescovo di Vienna Hans Hermann Groër. E quando poi lo
scandalo dei preti pedofili investì il pontificato di Ratzinger, il
solerte Sodano derubricò la questione a “chiacchiericcio”.