Corriere Salute 6.5.18
Psichiatria
il disturbo ossessivo-compulsivo si può curare? Esistono farmaci efficaci che non influiscano sulla libido?
di Giancarlo Cerveri
Vi
chiedo aiuto per mio marito, al quale è stato diagnosticato il Disturbo
ossessivo-compulsivo. È seguito da un neurologo che gli ha prescritto
clomipramina per due volte al giorno. Quando era in terapia si sentiva
meglio e soprattutto era più tranquillo, ma il farmaco ha avuto effetti
negativi sulla libido, quindi è stato sostituito con vortioxetina, in
gocce,e trazodone, ma la situazione non è migliorata.Temo che per
trovare la cura giusta mio marito dovrà sperimentar tutta una serie di
farmaci. La psicoterapia, secondo voi, potrebbe aiutarlo?
La sua
domanda mi permette di affrontare il tema del Disturbo
ossessivo-compulsivo (noto anche come Doc) e, cercando di fornirle
alcune indicazioni, proverò a fare chiarezza su diversi aspetti del
disturbo.
Per cominciare proviamo a darne una definizione: nel
corso degli anni passati il Doc è stato inserito nel gruppo dei Disturbi
d’Ansia ma, ultimamente, proprio per le sue particolari caratteristiche
cliniche è stato separato e definito in modo autonomo insieme al
Disturbo da Accumulo (tipico di soggetti che accumulano in casa enormi
quantità di oggetti).
Le caratteristiche principali del Doc sono:
ossessioni, cioè pensieri continui centrati su uno o pochi argomenti,
sentiti come estranei o anche assurdi ma che producono una sensazione
profondamente spiacevole e che risultano non eliminabili.
Tali pensieri possono essere profondamente disturbanti fino a rendere, nei casi più gravi, impossibile qualunque attività.
Le
compulsioni, l’altro sintomo cardine del disturbo, sono comportamenti
ripetuti in modo rituale, finalizzati a eliminare una fortissima
condizione di ansia o di malessere. Tali comportamenti possono essere
avere diversa frequenza e invasività: possono essere presenti per pochi
minuti nella giornata o essere così pervasivi da avere un effetto
completamente paralizzante.
Per fare un esempio delle ossessioni
cito il caso clinico di una persona che passava buona parte della
giornata a riflettere e argomentare nella sua mente sul tema «sono o non
sono omosessuale?».
Il ragionamento risultava ripetitivo e spesso doloroso.
Per
quanto riguarda le compulsioni, ricordo di un uomo che, a casa, passava
molto tempo (a volte anche diverse ore) a lavare accuratamente i suoi
oggetti e il suo corpo. In particolare verificava di non essersi
inavvertitamente sporcato con gli escrementi di un piccione: si guardava
allo specchio, controlla attentamente tutti gli indumenti indossati.
Il
tutto risultava molto faticoso ma la persona non riusciva a non farlo.
In alcuni casi era talmente sfinito da questa routine da addormentarsi
vestito sulla poltrona del salotto.
Il Doc generalmente insorge in
giovane età, in alcuni casi durante la pubertà, ha un andamento cronico
e, se non trattato risulta profondamente invalidante per la vita in
termini di funzionamento lavorativo e relazionale.
Necessita pertanto di un intervento specialistico molto competente che solo una psichiatra esperto è in grado di fornire.
Per
quanto riguarda gli interventi terapeutici esistono notevoli prove di
efficacia sull’utilizzo di inibitori selettivi della ricaptazione della
serotonina, tra questi la fluvoxamina è la molecola più ampiamente
utilizzata. Per ottenere un buon risultato è necessario un trattamento
adeguato e a dosaggi congrui.
L’utilizzo di clomipramina è oggi
estremamente ridotto a causa degli innumerevoli effetti indesiderati
associati all’utilizzo di questa molecola. Pertanto, le suggerirei di
indirizzare suo marito verso uno specialista in psichiatria per
rivalutare le possibilità di trattamento che possano risultare efficaci e
ben tollerate.
Infine, il tema della psicoterapia nel Doc.
Esistono
prove di efficacia sull’utilizzo di trattamenti cognitivo-
comportamentali, per ridurre i comportamenti compulsivi e le ossessioni.
Tali
interventi pur validati secondo criteri «evidenced based» non hanno
ottenuto un’ampia diffusione nel nostro Paese. Più spesso proposti in
ambito clinico, e con un robusto supporto della letteratura di ambito
psicoanalitico, è l’utilizzo di interventi di psicoterapia ad indirizzo
psicodinamico (si tratta di tutte quelle diverse forme di psicoterapia
che trovano origine nel movimento psicoanalitico).