Corriere 6.5.18
Marx torna a casa 200 anni dopo Tra omaggi e una statua (cinese)
di Paolo Valentino
BERLINO
Karl Marx è tornato a casa. Duecento anni dopo la nascita, la Germania
accoglie come un figliol prodigo il filosofo che come pochi altri ha
influenzato il pensiero e la Storia del XX secolo.
A Treviri, la
città del Palatinato dove Marx nacque il 5 maggio 1818, una gigantesca
statua di marmo alta 5 metri è stata inaugurata ieri non senza forti
polemiche, generate dal fatto che a donarla è stata la Repubblica
popolare cinese. Ben oltre l’episodio della scultura, è l’intero
establishment tedesco che ha scelto di celebrare l’autore del Capitale e
padre del comunismo, restituendolo all’Empireo dei massimi pensatori
della nazione.
Mostre, convegni, speciali televisivi, intere
pagine dei grandi media hanno accompagnato il bicentenario, in un Paese
che adora gli anniversari. Perfino il presidente della Repubblica,
Frank-Walter Steinmeier, ha organizzato un simposio a Berlino nel quale
ha elogiato Marx come «grande filosofo tedesco»: «Non dobbiamo aver
paura di lui: non dobbiamo bandirlo dalla nostra Storia, ma neppure
metterlo sugli altari».
Treviri è stata il cuore delle
celebrazioni, con tre mostre dedicate al filosofo e un intenso programma
di conversazioni e forum. Ieri mattina la storica Aula Palatina ha
ospitato una solenne cerimonia cui hanno preso parte anche il presidente
della Commissione europea, Jean-Claude Juncker e Malu Dreyer,
ministro-presidente socialdemocratica del Palatinato.
«Marx – ha
detto Juncker – va capito nel contesto del suo tempo. E non possiamo
considerarlo responsabile del fatto che altri più tardi ne abbiano usato
i valori e le parole come armi». E ancora: «Non si poteva certo
ammirare il capitalismo degli inizi. Ma non si può ammirare neppure oggi
un capitalismo cieco e insensato». Secondo Dreyer, «i crimini contro
milioni di persone commessi in suo nome nel XX secolo non possono
essergli attribuiti».
Ma le controversie non sono mancate. Sul
regalo dei cinesi in primo luogo, che prima di arrivare a destinazione
ha dovuto essere ridimensionato, riducendo di un metro l’altezza
originaria della statua. Per i Verdi, «chi accetta un regalo, onora il
donatore e il Partito comunista della Cina non merita di essere
onorato». Contro le celebrazioni tout court si è espresso Alexander
Gauland, il leader del partito di estrema destra Afd: «È insopportabile
l’idea di rendere omaggio a un uomo che rifiutava la democrazia
parlamentare».