sabato 26 maggio 2018

Corriere 26.5.18
La svolta dell’Irlanda Exit poll: il 68 per cento è favorevole all’aborto
In 3, 3 milioni al voto sul referendum. Oggi i dati
Anche le regioni della camagna hanno votato a favore
di Luigi Ippolito


Londra Una valanga di voti ha seppellito una delle più restrittive legislazioni sull’aborto esistenti in Europa. Due terzi degli irlandesi hanno detto sì al referendum che chiedeva di abolire un bando costituzionale che durava da 35 anni. Secondo le prime proiezioni, il 68 per cento degli elettori si è pronunciato a favore dell’abrogazione dell’Ottavo emendamento, che di fatto equiparava la vita del feto a quella della donna e rendeva impossibile quasi sempre l’interruzione di gravidanza.
La più alta percentuale di sì è stata registrata a Dublino, la capitale, col 77 per cento. Ma anche regioni di campagna, che nel 2015 si erano espresse contro i matrimoni gay, hanno votato a favore dell’aborto. Non si è verificato dunque quel sorpasso dell’ultima ora delle campagne sulle città che aveva fatto temere una smentita dei sondaggi, i quali avevano sempre indicato la vittoria del sì.
Il risultato è stato aiutato anche dall’alta partecipazione al voto, favorita dal bel tempo: segno che la questione era particolarmente sentita in un Paese in cui la Chiesa cattolica ha avuto sempre un peso rilevante. Anche se va detto che la campagna referendaria ha visto la Chiesa in seconda fila, con un dibattito che si è svolto su linee sostanzialmente secolarizzate e ha visto protagoniste le donne, dall’una e dall’altra parte, con le loro storie ed esperienze personali. Ma sicuramente il risultato, combinato con l’introduzione tre anni fa delle nozze omosessuali, segnala un definitivo allentamento della presa della tradizionale morale cattolica sull’opinione pubblica irlandese. Il Paese aveva introdotto il divorzio soltanto nel 1975.
Tutti i partiti si erano espressi a favore della liberalizzazione dell’aborto e il primo ministro Leo Varadkar ieri mattina aveva definito il referendum «una possibilità che si presenta una volta sola per generazione»: e si era detto fiducioso del risultato finale. Lo spoglio ufficiale comincia soltanto oggi e un risultato definitivo è atteso nel pomeriggio: ma gli exit poll della notte erano così netti che anche molti sostenitori del no hanno subito riconosciuto la sconfitta.
La questione dell’aborto era potenzialmente divisiva e si era imposta nell’agenda politica già dal 2012 in seguito al dramma di una giovane donna di origine indiana, che era morta di setticemia dopo che i medici si erano rifiutati di interrompere la gravidanza nel timore di violare la costituzione. E fino a oggi sono migliaia le irlandesi che ogni anno sono state costrette a recarsi in Gran Bretagna per abortire, oppure che hanno fatto ricorso a farmaci acquistati clandestinamente.
Il voto ha visto anche l’arrivo in patria di migliaia di irlandesi dall’estero, che si sono mobilitati online in una campagna volta a spingere al massimo la partecipazione: e la grande maggioranza di loro era schierata per il sì al referendum.
La polemica ha investito anche i social media, quando si è scoperto che gran parte delle pubblicità elettorali online, specialmente quelle contrarie all’aborto, erano finanziate dall’estero.