Corriere 25.5.18
La collana In edicola con il «Corriere» da
mercoledì 30 maggio una serie con i titoli del romanziere, in una
sequenza scelta dall’autore
C’è l’America nella sua «Pastorale». Poi altri 27 titoli
di Ida Bozzi
Philip
Roth aveva smesso di scrivere, ma non aveva smesso di occuparsi di
critica sociale, né di letteratura, né dei suoi libri. Anzi, era un
interlocutore per i media (celebri le sue opinioni su Trump), e la vita
editoriale della sua opera era vivacissima in tutto il mondo. Anche in
Italia. Sapeva bene che in ottobre sarebbe uscito nel nostro Paese il
secondo Meridiano dedicato ai suoi romanzi (e nel 2019 il terzo), come
scriveva ieri sul «Corriere» la sua amica italiana Livia Manera,
collaboratrice del quotidiano, che lo avrebbe incontrato in settembre
per una nuova intervista.
E sapeva bene che si stava preparando in
Italia una collana intera dedicata alle sue opere, destinata ad
apparire in edicola con il «Corriere» e realizzata in collaborazione con
il suo editore italiano, Einaudi: anzi aveva scelto egli stesso
l’ordine delle uscite, come un percorso diretto alla comprensione dei
suoi testi.
La collana di 28 opere sarà in edicola da mercoledì 30
maggio insieme al «Corriere» (ogni volume a e 8,90 più il costo del
quotidiano), e l’ordine in cui usciranno i titoli porta il suo «taglio»
personale. Un’indicazione di percorso che viene da un autore
attentissimo all’interpretazione della propria opera: è celebre la
correzione che inviò nel 2012 a una piattaforma online riguardo alla
voce enciclopedica de La macchia umana.
Se è lo stesso Roth a
indicare l’ordine in cui godere la lettura dei suoi romanzi, seguiamolo:
la prima uscita della collana, il 30 maggio, sarà Pastorale americana,
romanzo in cui il realismo descrittivo di Roth e la sua critica alla
società americana e alle sue illusioni toccano l’apice. I titoli
seguenti in edicola completano la cosiddetta «trilogia americana»: Ho
sposato un comunista (il 6 giugno) e La macchia umana (il 13 giugno).
Sono
i testi della maturità, usciti tra il 1997 e il 2000, in cui, mentre
Nathan Zuckerman resta sullo sfondo come narratore, più netta e
tagliente si fa quella che lo scrittore Matt Heig ha definito, ieri —
tra i ricordi di colleghi come Joyce Carol Oates, Zadie Smith, Nathan
Englander, Richard Ford e molti altri — la sua «brutale onestà» sulla
vita e sul mondo.
E il quarto romanzo scelto da Roth per la
collana sarà Lamento di Portnoy (in edicola il 20 giugno), del 1969, uno
dei più comici e scandalosi libri sulla sessualità mai scritti (ne
disse Roth: «Se lo avessi intitolato L’orgasmo sotto il capitalismo
rapace, magari avrei guadagnato il favore dell’accademia svedese»). Era
il suo terzo romanzo; ma Roth contava anche la giovanile raccolta di
racconti Addio, Columbus, e amava menzionarloproprio come il suo quarto
libro.