mercoledì 23 maggio 2018

Corriere 23.5.18
Entusiasmo di Marine Le Pen «Così l’equilibrio politico si sposta verso l’Est scettico»
La leader dell’ultradestra francese: Italia avanguardia
di Stefano Montefiori


PARIGI Alla fine della seduta all’Assemblea nazionale Marine Le Pen esce dall’aula e incontra i giornalisti, fermandosi poi con il Corriere a parlare più a lungo del governo italiano.
Che cosa si aspetta dalla coalizione Cinque Stelle-Lega?
«In particolare dalla Lega, che è il nostro alleato, mi aspetto che risolvano il problema dell’immigrazione e che diano prova di fermezza anche nei confronti dell’Unione Europea, in modo da fare cessare le politiche di austerità imposte da Bruxelles».
Un tempo la Lega prendeva il Front National come punto di riferimento, oggi accade il contrario?
«Non credo che ci sia una gerarchia tra le nostre forze, direi piuttosto che camminiamo mano nella mano. Fino a poco tempo fa la Lega faceva il 4 per cento e oggi è al governo, questo ci incoraggia. Trovo questa situazione entusiasmante perché le prossime elezioni europee potranno essere un vero terremoto: una maggioranza euroscettica a Strasburgo potrebbe decretare la fine di questa corsa folle dell’Unione Europea».
In Italia la Lega si è alleata con i Cinque Stelle per andare al governo, perché lei non si allea con Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra antisistema?
«Intanto, siamo onesti, esiste un’enorme differenza tra i Cinque Stelle e Mélenchon: il movimento italiano non è favorevole a una immigrazione sfrenata. E poi i Cinque Stelle sono chiari nella loro opposizione alle politiche di Bruxelles, a differenza dell’ambiguo Mélenchon».
Si parla di espellere dall’Italia 500 mila immigrati, le sembra un obiettivo condivisibile?
«Sì, a patto che non vengano mandati in Francia».
E realizzabile, in pratica?
«Vorrei ricordare che un milione di francesi sono stati rimpatriati dall’Algeria. Quindi è legittimo rimandare queste persone nei loro Paesi, e in condizioni più umane di quelle che furono riservate ai nostri pieds-noirs».
La nascita del governo non è semplice, ci sono resistenze istituzionali.
«Il presidente Mattarella in fondo deve dimostrare che esiste. In ogni caso la Lega e i Cinque Stelle hanno formato un governo fondandosi sull’importanza del loro risultato elettorale. Il presidente Mattarella può impedirlo? Non lo credo proprio».
Come pensa di sfruttare la nascita del governo in Italia per la sua lotta in Francia?
«Nessuno è profeta in patria… L’avanzata di Salvini è importante perché mostra al popolo francese che non è solo nel rifiutare l’immigrazione di massa e nel desiderio di tornare libero. L’Europa delle nazioni è più vicina».
Giovedì Emmanuel Macron incontrerà Vladimir Putin a San Pietroburgo. È indebolito da ciò che accade in Italia?
«Questo è evidente. Le difficoltà della cancelliera Merkel, i governi in Austria e adesso in Italia sono chiaramente un affronto per un Macron che si considera come il capo dell’Unione Europea. I popoli stanno rifiutando l’Ue e Macron ne è in qualche modo l’ultimo difensore. Io penso che ci sia un senso della storia, e Macron va contromano, non solo in Europa. Prendiamo gli Stati Uniti, la Cina, l’India, la Russia: tutte le grandi nazioni oggi stanno voltando le spalle alla globalizzazione selvaggia, Macron fa parte di un mondo superato».
Cinque Stelle e Lega vogliono anche ritirare le sanzioni alla Russia.
«Finalmente. Oltretutto le sanzioni hanno fatto molto più male ai Paesi europei che alla Russia. L’Italia potrebbe essere l’avanguardia di un ristabilimento di relazioni normali con la Russia, che è un grande Paese. E mi permetta di esprimere il rimpianto che non sia la Francia a rappresentare questa avanguardia».
L’equilibrio si sposta a favore del gruppo di Visegrad, dell’euroscetticismo centro-orientale?
«Certamente, questa è la concezione che si afferma dopo che anche in Francia queste posizioni mi hanno fatto arrivare a quasi il 35% alle ultime elezioni. Ogni speranza oggi è permessa».
L’ipotesi di Conte premier si è indebolita per la questione del curriculum gonfiato. Le nuove forze antisistema sono in grado di esprimere figure competenti in grado di governare?
«Sì, non ho alcun dubbio. E quando vedo i risultati ottenuti dagli apparati politici che li hanno preceduti, mi dico che forse è un bene che non ci siano troppi apparatchik nel nuovo governo italiano».