martedì 22 maggio 2018

Corriere 22.5.18
«Ha funzionato bene I medici obiettori? Sono ancora troppi»
di E. Teb.


«Nonostante sia nata da un compromesso per evitare il referendum che avrebbe depenalizzato l’aborto, oggi possiamo dire che la legge 194 ha funzionato». Emma Bonino, storica leader radicale e più volte ministra, ha iniziato la sua militanza politica nel movimento per legalizzare le interruzioni di gravidanza, dopo essere stata costretta nel 1974 a un aborto clandestino ed essersi autodenunciata un anno più tardi per quelli che aveva procurato ad altre donne (finì in carcere per tre settimane).
Perché la 194 ha funzionato?
«Ha garantito il diritto delle donne alla libera scelta della maternità. E ha portato negli anni, a una diminuzione del numero degli aborti. Anche se contestualmente si sono acuiti alcuni problemi».
Quali?
«Il principale è l’obiezione generalizzata dei medici: il 70% dei ginecologi a livello nazionale, con punte dell’84% a Bolzano, del 96% nel Molise, dell’88% in Basilicata, del 78% nel Lazio. Così ci sono intere Regioni dove di fatto la norma non viene applicata».
Che cosa si dovrebbe fare secondo lei?
«Quello che ha fatto per esempio la Toscana: introdurre una quota riservata ai medici non obiettori nei concorsi per le assunzioni. È una delle proposte dell’Associazione Luca Coscioni e permette di non mettere in discussione l’obiezione di coscienza individuale, ma al contempo di salvaguardare ovunque la legge nazionale. Poi c’è la Ru486».
L’aborto farmacologico?
«Sì, in Italia c’è voluta una vita perché fosse riconosciuta. La legge del 1978 dice espressamente che gli ospedali devono adeguarsi alle tecniche scientifiche meno invasive e più rispettose: invece si continua a limitare l’uso della pillola abortiva, imponendo per esempio un inutile ricovero di 3 giorni. Bisognerebbe estenderne e facilitarne l’uso. Purtroppo però non mi sembra che adesso ci sia il clima adatto a risolvere questi problemi».
La legge 194 secondo lei è a rischio?
«No, quello no. C’è stata in tutti questi anni una minoranza contraria alla 194 che però è sempre stata sconfitta: questo perché l’aborto non è un’ideologia, riguarda la vita concreta di moltissime persone. Le donne sanno che è uno strumento, anche se emotivamente doloroso, di cui hanno bisogno quando la contraccezione non ha funzionato».