Corriere 22.5.14
In Italia il calo costante di interruzioni di gravidanza
Ma dagli Usa all’Irlanda il tema continua a dividere
di Elena Tebano
È
uno strano destino quello della legge 194 sull’interruzione volontaria
della gravidanza del 22 maggio 1978 . Da un lato i suoi 40 anni hanno il
suggello dei numeri, che vedono la continua diminuzione degli aborti
volontari — da 234.801 (il massimo, registrato nel 1982 con l’entrata a
regime della norma) a 84.926 nel 2016 — e uno dei tassi di abortività
più bassi a livello internazionale, 6,5 ogni mille donne. Dall’altro
arrivano in un momento di rinnovata divisione sul tema, prima di tutto
fuori dall’Italia.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ne
ha fatto un cardine della sua battaglia conservatrice: a gennaio si è
collegato in diretta con la marcia della vita a Washington, dicendo agli
attivisti pro-life «Siamo con voi dall’inizio alla fine»; questa
settimana potrebbe emanare una misura che toglie i fondi federali alle
strutture non solo che praticano aborti, ma anche che indirizzano le
pazienti a chiunque li faccia. Venerdì, intanto, l’Irlanda dovrà
decidere in un referendum se abrogare l’Ottavo emendamento alla
costituzione, che vieta l’aborto anche in caso di incesto o stupro. Si
stima che, dagli Anni 80, 170 mila irlandesi abbiano abortito
all’estero, ma la vittoria del sì per quanto probabile, sembra risicata.
Al contrario di quanto successo l’anno scorso con il referendum sulle
nozze gay.
Che ci sia un movimento antiabortista internazionale
ben organizzato lo sostiene l’European Parliamentary Forum on Population
and Development di Bruxelles, che denuncia l’esistenza di una rete
fondata nel 2013 e denominato «Restaurare l’ordine naturale: un’agenda
per l’Europa». Sul blog di Agenda Europa tra le associazioni
«raccomandate e sostenute» c’è anche CitizenGo, quella che ha affisso il
manifesto antiabortista a Roma nei giorni scorsi.
Intanto in
Italia l’applicazione reale della 194 si gioca su questioni «tecniche»
come l’obiezione di coscienza per i medici e l’aborto farmacologico.
Spesso nell’indifferenza delle generazioni che non hanno vissuto la
mobilitazione collettiva per la legge.