venerdì 18 maggio 2018

Corriere 18.5.18
Guida al rebus dei figli mutanti
Come evitare che nella terra di mezzo dell’adolescenza si perdano anche i genitori
Nel libro edito da Solferino la psicoterapeuta Sofia Bignamini affronta i nodi emotivi e pedagogici di un’età difficile
di Elisabetta Soglio


Partiamo dalla fine. Questo libro ha un duplice effetto benefico su di noi, disarmati genitori di confusi preadolescenti: ci aiuta a capire i nostri figli, quelli che è troppo facile liquidare con il (fintamente) liberatorio «Non ti riconosco più». E ci dice che non siamo soli in questo cammino difficile ma pur sempre affascinante. Non soli e neppure «sbagliati»: imperfetti certo. Ma, come ci spiega Sofia Bignamini, autrice de I mutanti. Come cambia un figlio preadolescente (Solferino), se sapremo metterci in posizione di ascolto potremmo addirittura scoprire che alla fine del percorso saremo cresciuti anche noi con loro. Più forti e più consapevoli.
Bignamini è una psicoterapeuta e socia di quell’associazione Minotauro fondata a Milano da Gustavo Pietropolli Charmet, dove sono passati tantissimi ragazzi alle prese con la fatica di vivere, di capirsi e di farsi capire. Questo libro è il frutto di tanti anni di esperienza e passa attraverso le storie di Claudia, Francesco, Luca, Federica, Marco e del papà di Stefano, la mamma di Emma, i genitori di Ettore e tanti altri protagonisti di fatiche, incomprensioni, cadute e risalite. Storie con un punto fermo: «Tutto passa e tutto ha un senso nel presente in cui accade». Come ricorda Charmet nella sua introduzione, Bignamini conosce «l’intensità delle passioni del mutante, il suo dolore muto, la rabbia e il desiderio di vendetta, ma non credo ritenga che contribuire a patologizzare il suo temporaneo modo di sentire e di pensare sia aiutarlo a crescere».
I Mutanti sono le ragazze e i ragazzi delle scuole medie, che cambiano pelle, espressioni, aspetto e umore. Quelli che, come dimostrano le statistiche dell’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia, hanno anticipato la trasformazione biologica e di pari passo hanno anticipato l’età di accesso a fumo, alcol e sostanze stupefacenti. Sono instancabili navigatori del web, ma spesso poco preparati «di fronte al rischio di diventare vittime delle proprie stesse pagine di Facebook e dei commenti efferati dei compagni di turno». Il passaggio della pubertà li trova spesso impreparati, spaventati, facili prede di sindromi ansiose o depressive, alla ricerca di regole che difficilmente arrivano dai genitori in una fase in cui il crollo delle ideologie crea anche ai più piccoli uno stato di insicurezza, confusione, disorientamento.
Il libro è un viaggio per scoprire se stessi, mettersi in discussione, ricavare suggerimenti. Bignamini ci aiuta non solo usando un linguaggio facilmente comprensibile (dimenticate i trattati di psicologia su cui ci siamo addormentati perché troppo poco aderenti alla realtà e ai nostri bisogni di genitori), ma anche utilizzando il meccanismo delle tabelle: lì troviamo schematizzati i comportamenti in decaloghi in cui sicuramente troverete traccia dei vostri/nostri ragazzi. E soprattutto l’esperta riesce in maniera efficace a raggrupparli in 4 tipologie: «I maschi che accelerano, cavalcando come su una moto che impenna le nuove forze della pubertà, e le femmine che vestono precocemente i panni di donne seduttive e trasgressive; chi sceglie di rallentare, nella declinazione maschile del rifiuto indignati dei coetanei grezzi e impulsivi, e in quella al femminile delle ragazze che coltivano una mente già adulta dentro un corpo che resta infantile».
Dopo che siamo stati aiutati a capire meglio cosa sta accadendo a questi Mutanti e cosa sta dietro ai loro atteggiamenti, comincia la descrizione degli errori più comuni commessi dagli educatori: che siano insegnanti impegnati soltanto a rispettare il programma ministeriale incuranti delle trasformazioni in atto nei loro studenti, o che siano genitori convinti di agire «per il bene di mio figlio» e poco propensi ad accettare aiuti. Ma quale può essere, in questi casi, l’aiuto dell’esperto? Per quanto riguarda i ragazzi che cominciano questi percorsi di dialogo, Bignamini ci rimanda alla definizione di una sua giovane paziente: «Io ho un gran casino nella mente. Tu il casino lo trasformi in frasi». E forse lo stesso vale per gli adulti, che il casino fanno più fatica ad ammetterlo a se stessi.
Un libro che ci illumina e conforta, dunque. E che ci ricorda quale è il principale motivo di disagio, più o meno dichiarato, dei Mutanti: «La sofferenza più acuta dei nostri ragazzi non ha tanto a che vedere con il loro passato, per quanto possa essere stato attraversato da eventi dolorosi. Ma con l’assenza di un futuro, cioè con l’impossibilità di intravedere un orizzonte verso il quale puntare e in cui realizzare sogni, desideri, progetti». Quale genitore non vorrebbe difendere per il proprio figlio il diritto di sognare e guardare al domani con ottimismo?

Impegno costante contro il disagio
L’Istituto Minotauro di Milano, fondato nel 1985 da Gustavo Pietropolli Charmet, si occupa di disagio nell’adolescenza e nelle diverse fasi della vita, utilizzando modelli di intervento psicoterapeutico rivolto sia agli adolescenti in crisi che ai loro genitori. All’Istituto è legata anche l’attività di una Cooperativa che promuove progetti di prevenzione, ricerca, analisi istituzionale e di una Fondazione, oggi presieduta da Matteo Lancini, con Scuola di specializzazione e ricerca e master.