sabato 12 maggio 2018

Corriere 12.5.18
«Follia, governo più a destra di Scelba» I tormenti di chi voleva il patto col Pd
La protesta dei volti noti che da sinistra avevano scelto il Movimento
di Giuseppe Alberto Falci


Roma Avevano scommesso su un accordo tra il M5S e il Pd, su un governo a tinte rosse e gialle in grado di far rinascere la sinistra italiana. O almeno pensavano così. Purtroppo sono rimasti delusi per il patto di legislatura con tanto di contratto che i Cinquestelle starebbero per siglare con il Carroccio di Matteo Salvini. «Non c’è dubbio che ci ho sperato fino all’ultimo secondo utile», allarga le braccia il professore Domenico De Masi, sociologo ma anche colui che ha ispirato alcuni punti del programma dei pentastellati come, ad esempio, il reddito di cittadinanza. «Ho sempre pensato che si sarebbe dovuta valorizzare l’anima più sinistra del Movimento per la formazione di un governo socialdemocratico». Non è preoccupato per le sorti del Paese ma di certo De Masi sostiene «che l’esecutivo che sta per nascere sia più a destra degli esecutivi di Scelba». Il flirt di Di Maio con Salvini non è stato digerito anche da Jacopo Fo, figlio di Dario Fo e Franca Rame. Fin dall’indomani delle elezioni Fo junior si è sgolato caldeggiando l’intesa fra i democrat e i pentastellati e invocando «il passo indietro di Di Maio, un accordo con il Pd perché solo così il Movimento si può salvare». Ma non è andata in questo modo. Oggi Fo si ritrova davanti la foto di Di Maio e Salvini seduti l’uno di fronte all’altro con un contratto da siglare: «È stata una scelta folle. L’unica speranza è che si mettano a fare cose concrete». Fra gli speranzosi dell’accordo giallorosso c’era anche l’attore e regista siciliano Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, che il 9 marzo fece un appello ai democrati su Facebook («Caro Pd, tenta l’accordo con il M5S. Perché no? Di Maio è un moderato»). Ma, in queste ore, forse deluso, preferisce restare in silenzio: «Non voglio entrare nel dibattito», risponde via WhatsApp. Per non parlare del direttore di Micromega, Paolo Flores D’Arcais, che in una recente intervista alla Stampa ha giudicato «abominevole» l’intesa con il Carroccio annotando che «il M5S ne uscirà con le ossa rotte».
Infine come non annoverare l’attore Ivano Marescotti, storico militante di sinistra, candidato alle Europee del 2014 con la Lista Tsipras, lo stesso che lo scorso 8 gennaio fece un endorsement dichiarando pubblicamente il voto alle truppe guidate da Di Maio. Da quel dì, però, sembra passata un’eternità. E infatti oggi Marescotti non la manda a dire e si rimangia tutto quanto: «Se il M5S fa un governo con la Lega e Berlusconi lascia correre vuol dire che il Cavaliere ha chiesto garanzie e che il Movimento gliele ha date. E allora io che avevo votato 5 Stelle ritiro il voto». Punto e accapo.