lunedì 9 aprile 2018

Repubblica 9.6.18
Il dottor Kovacs, l’eminenza grigia dietro l’onda nera
Poliglotta e modi felpati è la “voce” del premier, contraria alla democrazia liberale
“E i migranti contaminano l’Europa”
intervista di A.T.


BUDAPEST È poliglotta, parla inglese come a Oxford, ha studiato in Occidente, è lo spin doctor del premier Viktor Orbán e non solo il suo portavoce. Ha difeso fino all’ultimo la linea anti- migranti e i no alla Commissione europea. Ancor più del ministro degli Esteri Péter Szíjjártó, è lui la voce del padrone, e ora vedremo quale sarà il suo futuro nella primavera di Budapest. Il dottor Zoltán Kovacs, interlocutore privilegiato dei media globali e con un filo diretto col presidente del consiglio, ora più che mai è in prima linea. Dinamico, classe 1969, è da sempre fedele e coerente con Orbàn e con la Fidesz, il partito del premier membro dei popolari europei: bravo padre di famiglia educato in Occidente, ha difeso sin dall’inizio la linea dura sul concetto di democrazia, sui migranti, sul rapporto tra sovranità e integrazione nella Ue.
Ricordo ancora il mio primo incontro con lui nei 2011 seguito da molte interviste e amichevoli conversazioni. Alla domanda sul liberalismo Zoltán rispose alla presenza di colleghi tedeschi: «Cosa vuol dire liberalismo? Siamo conservatori, la democrazia non è per forza liberale » . Parole inimmaginabili a Berlino, Parigi o Bruxelles che pure egli conosce a fondo, lui plurilaurelato, dedito al lavoro ventiquattr’ore su ventiquattro, nonché appassionato organizzatore di feste di partito.
Identità nazionale, sovranismo, no ai migranti che contaminano la cultura europea, sono i suoi Leitmotiv, insieme ai giusti richiami dei successi economici magiari dell’èra Orbán tra crescita, occupazione e conti sovrani. Vedremo nelle prossime ore se le sue qualità basteranno a salvare le critiche che opposizioni eterogenee e società civile muovono a Orbán, con la forza di libere elezioni.