Repubblica 9.6.18
Il dottor Kovacs, l’eminenza grigia dietro l’onda nera
Poliglotta e modi felpati è la “voce” del premier, contraria alla democrazia liberale
“E i migranti contaminano l’Europa”
intervista di A.T.
BUDAPEST
È poliglotta, parla inglese come a Oxford, ha studiato in Occidente, è
lo spin doctor del premier Viktor Orbán e non solo il suo portavoce. Ha
difeso fino all’ultimo la linea anti- migranti e i no alla Commissione
europea. Ancor più del ministro degli Esteri Péter Szíjjártó, è lui la
voce del padrone, e ora vedremo quale sarà il suo futuro nella primavera
di Budapest. Il dottor Zoltán Kovacs, interlocutore privilegiato dei
media globali e con un filo diretto col presidente del consiglio, ora
più che mai è in prima linea. Dinamico, classe 1969, è da sempre fedele e
coerente con Orbàn e con la Fidesz, il partito del premier membro dei
popolari europei: bravo padre di famiglia educato in Occidente, ha
difeso sin dall’inizio la linea dura sul concetto di democrazia, sui
migranti, sul rapporto tra sovranità e integrazione nella Ue.
Ricordo
ancora il mio primo incontro con lui nei 2011 seguito da molte
interviste e amichevoli conversazioni. Alla domanda sul liberalismo
Zoltán rispose alla presenza di colleghi tedeschi: «Cosa vuol dire
liberalismo? Siamo conservatori, la democrazia non è per forza liberale »
. Parole inimmaginabili a Berlino, Parigi o Bruxelles che pure egli
conosce a fondo, lui plurilaurelato, dedito al lavoro ventiquattr’ore su
ventiquattro, nonché appassionato organizzatore di feste di partito.
Identità
nazionale, sovranismo, no ai migranti che contaminano la cultura
europea, sono i suoi Leitmotiv, insieme ai giusti richiami dei successi
economici magiari dell’èra Orbán tra crescita, occupazione e conti
sovrani. Vedremo nelle prossime ore se le sue qualità basteranno a
salvare le critiche che opposizioni eterogenee e società civile muovono a
Orbán, con la forza di libere elezioni.