giovedì 12 aprile 2018

Repubblica 12.6.18
Serafina Strano
“La gente sfoga su di noi la rabbia per la sanità ormai al collasso”


«Per carità, apprendere le tecniche psicologiche per disinnescare la rabbia di un paziente o di un familiare è importante, ma il problema è che non possiamo difenderci da soli. Siamo diventati il capro espiatorio di una situazione ormai al limite. Paghiamo i disservizi e le falle del sistema sanitario nazionale e la gente trova ormai normale sfogare la rabbia su noi operatori».
Lei è tornata al lavoro, ma non più in guardia medica.
«Non tornerò mai più a lavorare in una guardia medica. Ho toccato il fondo, ho creduto seriamente di morire».
Dottoressa Strano, sono passati sei mesi dalla violenza che ha subito durante un turno notturno in guardia medica e ha accettato di fare da testimonial di questa battaglia per la sicurezza. Perchè?
«Mi faccio portavoce anche di colleghi più deboli, di chi magari non se la sente, davanti al muro di gomma che spesso ci troviamo di fronte».
A cosa si riferisce?
«All’indecoroso scaricabarile cui assistiamo tra ministero, Regioni e Aziende sanitarie. Non siamo più nelle condizioni in cui da Roma si può emanare una direttiva in cui “si consiglia”, bisogna imporre regole e prassi»
Cosa chiedete allo Stato?
«Io non chiedo. Io esigo dallo Stato che vengano rispettate le norme di legge e si garantisca piena sicurezza agli operatori della sanità. Se necessario anche con la militarizzazione, o con la vigilanza privata nei presìdi».
Come giudica l’iniziativa di includere l’autodifesa nei corsi di formazione per i medici?
a.z.