Repubblica 12.6.18
Serafina Strano
“La gente sfoga su di noi la rabbia per la sanità ormai al collasso”
«Per
carità, apprendere le tecniche psicologiche per disinnescare la rabbia
di un paziente o di un familiare è importante, ma il problema è che non
possiamo difenderci da soli. Siamo diventati il capro espiatorio di una
situazione ormai al limite. Paghiamo i disservizi e le falle del sistema
sanitario nazionale e la gente trova ormai normale sfogare la rabbia su
noi operatori».
Lei è tornata al lavoro, ma non più in guardia medica.
«Non tornerò mai più a lavorare in una guardia medica. Ho toccato il fondo, ho creduto seriamente di morire».
Dottoressa
Strano, sono passati sei mesi dalla violenza che ha subito durante un
turno notturno in guardia medica e ha accettato di fare da testimonial
di questa battaglia per la sicurezza. Perchè?
«Mi faccio portavoce
anche di colleghi più deboli, di chi magari non se la sente, davanti al
muro di gomma che spesso ci troviamo di fronte».
A cosa si riferisce?
«All’indecoroso
scaricabarile cui assistiamo tra ministero, Regioni e Aziende
sanitarie. Non siamo più nelle condizioni in cui da Roma si può emanare
una direttiva in cui “si consiglia”, bisogna imporre regole e prassi»
Cosa chiedete allo Stato?
«Io
non chiedo. Io esigo dallo Stato che vengano rispettate le norme di
legge e si garantisca piena sicurezza agli operatori della sanità. Se
necessario anche con la militarizzazione, o con la vigilanza privata nei
presìdi».
Come giudica l’iniziativa di includere l’autodifesa nei corsi di formazione per i medici?
a.z.