giovedì 5 aprile 2018

La Stampa 4.4.18
Jacopo Fo a Di Maio:
“Un passo indietro di Luigi poi un accordo con il Pd. Così il M5S si può salvare”
Contro natura andare con Salvini
di Andrea Carugati


«Rivolgersi per primo al Pd per fare un governo? Sarebbe una mossa intelligente da parte del M5S. Ci sono alcuni milioni di elettori di sinistra come me che hanno scelto il Movimento e che non accetterebbero che il loro voto fosse usato per un accordo con la Lega». Jacopo Fo ha ereditato dai genitori Dario Fo e Franca Rame anche la passione politica.
Mai con Salvini?
«Per il M5S sarebbe contro natura. La Lega ora finge di essere nuova, ma ha governato per anni con Berlusconi e contribuito a portare l’Italia al disastro. Cosa hanno fatto per combattere la corruzione e gli sperperi?».
Il Pd è più che refrattario all’abbraccio coi grillini.
«Per loro sarebbe un’occasione di riscatto, per recuperare tante persone che se ne sono andate. La crisi del Pd deriva anche da questi anni di governo con Alfano e Verdini. Quando c’era l’occasione per fare qualcosa di buono, quelli si mettevano di traverso. Ora non servono grandi riforme, come l’abolizione del Senato, ma tanti piccoli interventi di artigianato legislativo. Si mettano al tavolo e facciano un accordo scritto su alcune decine di cose da fare, lasciando perdere i programmi infarciti di slogan».
Crede che sia realistico?
«Vedo anche nel M5S atteggiamenti pericolosi, a tratti infantili. Questo continuo ripetere “abbiamo vinto”, o “Di Maio premier o niente” fa parte di una logica vecchia e muscolare ed è una stupidaggine. Il M5S non ha vinto, e farebbe bene a dire quello che disse Bersani nel 2013: “Siamo arrivati primi ma non abbiamo vinto”».
Di Maio dovrebbe fare un passo indietro?
«Se non hai vinto e vuoi fare un’alleanza è logico che devi fare un passo indietro. Non puoi mettere condizioni se vuoi aprire una vera trattativa. Altrimenti rischi di fare come Renzi, che a forza di dire “asfalto tutti” è passato dal 40% alla sconfitta attuale. In questa fase politica è facile andare su e poi precipitare. Il M5S deve ragionare attentamente, se hai preso tanti voti e poi non concludi niente gli elettori non ti perdonano. E la prossima volta scelgono qualcuno di più concreto».
Pensa che il Pd sia in grado di rimettersi in gioco rapidamente?
«Il Pd ha una straordinaria realtà di amministratori locali che fanno ottime cose, una classe dirigente che finora è stata tenuta in seconda fila».
Cosa potrebbero fare insieme Pd e M5S?
«C’è una lista lunghissima, sul sito peopleforplanet.it qualche idea l’abbiamo messa giù. Se vendi le medicine sfuse in base alla ricetta puoi risparmiare 2 miliardi l’anno, nella sanità puoi ottenere risparmi strepitosi senza togliere nulla ai pazienti. Io lo chiamo “metodo Shanghai”, cominci a spostare le bacchette più facili e mano a mano cambi il sistema».