domenica 29 aprile 2018

La Stampa 29.4.18
“Così mi costruisco un fidanzato robot”
di Gianluca Nicoletti


Donne è arrivato il robottone amoroso. È molto meglio programmare una love machine che cercare di educare un farlocco in carne e ossa. Bisogna però avere ancora un po’ di pazienza: c’è chi lavora alacremente alla costruzione del «fidanzato perfetto». Questo segnerà la fine di struggimenti e delusioni femminili per l’incapacità dei maschi a prodigare tenerezza, passione, frantumante libido e virile determinatezza.
Tutto all’unisono e con graduale somministrazione attraverso sapiente tecnica verbo-manual-vellicatoria, nella percentuale e tempi perfetti per il totale appagamento di ogni donna.
E’ chiaro che il naturale cammino evolutivo del sapiens-sapiens ancora impiegherebbe fanta-milioni di anni perché questo tripudio comportamentale possa prodursi in un umano di genere maschile, quindi è inevitabile che si debba accelerare l’evoluzione mascolina con l’upgrade che realizzi una totale riprogettazione del partner amoroso ideale, che implichi anche una radicale ricostruzione del suo hardware.
Su questo principio si sta articolando la fabbrica di «Gabriel2052», macchina d’amore che sostituirà ogni alternativa carnale alla solitudine e alla desolazione sensuale delle donne. Il progetto al momento è un grande laboratorio, l’ha annunciato su «Quartz» Fei Liu, una designer e artista di origine cinese che lavora a New York e il cui campo di studio è proprio l’empatia digitale. La tecno-artista e accademica di «solitudine digitale» a Stoccarda, afferma che al fidanzato perfetto stia lavorando sodo perché crede che una relazione forte vada costruita, robotica o meno che possa essere.
Al momento di «Gabrilel2052» si vede solo un braccio meccanico color «rosa Barbie», con una pinza capace di abbassare delicatamente la spallina del reggiseno di una ragazza, sfiorandola in contemporanea con una sensuale carezza della sua ergonomica chela metallica…
Non precipitiamo nel giudizio, ci si abituerà al succedaneo robottizzato della mano maschile, che dopo essersi dotata di pollice opponibile, più di 3 milioni di anni fa, ha bloccato la sua evoluzione in utensile specializzato, soprattutto non sembra aver ancora fatto grandi passi avanti nella tecnica della delicata spoliazione. Bisogna quindi ripartire da zero, immaginare un uomo nuovo, lontano da ogni modello tradizionale.
La macchina d’amore, nell’idea della progettista, non deve necessariamente essere umanoide; non si pensi «Gabrilel2052» come un derivato maschile del mondo delle real doll, quella è roba da porno shop. Non si tratta di un «progetto in carne» replicante dell’umano, alla Blade Runner, ma piuttosto Gabriel è un software e hardware open source che ognuna potrà aggiornate e adattare alle proprie esigenze e soprattutto le proprie esperienze.
Fei Liu profetizza con molta poesia le meraviglie di «Gabriel2052»: le sue parti motorizzate sapranno far venire la pelle d’oca, i suoi sensori rileveranno l’accelerarsi del respiro e sapranno adeguarne la risposta. Tenerlo accanto mentre si dorme darà la sensazione di un corpo che abbraccia a cucchiaio, ma che non suderà, non occuperà troppo spazio nel letto o cercherà di rubare i cuscini. Il massimo sarà che anche quando ci si separa dal fidanzato robot le sue carezze potranno continuare attraverso sensori incorporati nei vestiti, il suo tocco sulla pelle potrà essere avvertito in ogni momento della giornata.
La parte più innovativa e affascinante del progetto riguarda però una vera e propria «riprogettazione della relazione». «Gabriel2052» in realtà non è destinato a sostituire un essere umano, piuttosto diventa il pretesto per riscrivere nuove maniere di sviluppare un rapporto amoroso. Dovrà essere un automa intelligente e sensibile, ma non schiavo dei desideri della sua fidanzata. Sarà anche oppositivo e con carattere eccentrico, ma senza mettere in necessariamente campo tutta quella gamma di rifiuti, contrasti, incomprensioni ed egoismi che rendono già difficili i rapporti tra umani.
Il punto di arrivo dovrebbe essere una fusione di qualità umane e cyborg che ridefinisca la storia sentimentale del futuro. La felicità amorevole delle prossime generazioni di donne potrebbe essere nelle mani di una ragazza cinese che, invece che cercare un fidanzato per sé se lo sta costruendo, infilando più dati possibili nell’algoritmo d’apprendimento del suo «Gabriel2052», perché possa un giorno diventare il fidanzato ideale di tutte.