La Stampa 2.4.18
Ridacci oggi il nostro Marx
A 200 anni
dalla nascita, le Edizioni Lotta Comunista pubblicano in 50 volumi
l’opera omnia del padre del materialismo storico e dell’amico Friedrich
Engels
di Fabio Martini
Nell’approssimarsi del
bicentenario della nascita di Karl Marx si sta silenziosamente
avvicinando alle librerie qualcosa di mai visto prima in Italia:
cinquanta volumi, undici dei quali in parte inediti, che di fatto
rappresentano l’opera completa del padre del materialismo storico e del
suo amico Friedrich Engels. Un’impresa poderosa, una festa per gli
eruditi ma non solo per loro, perché tra gli inediti (lettere, articoli,
manoscritti) affiorano tanti spunti che «parlano» anche all’oggi e al
lettore meno smaliziato: dall’analisi dei partiti italiani a quella di
casa Savoia, da Garibaldi al continente asiatico, individuato come
fattore strategico e non visto - come usava a quei tempi - come immobile
agglomerato millenario.
L’impresa è il risultato del lavoro,
durato dieci anni, delle Edizioni Lotta Comunista, una casa editrice
lontana dai clamori mediatici e animata, oltreché da passione
monotematica, anche da una acribia filologica inattesa in un collettivo
di rivoluzionari. L’editrice prende il nome da un movimento restato
l’unico superstite dei tanti gruppi della sinistra extraparlamentare
degli Anni Sessanta e da allora attestato su una linea di fedeltà a Marx
e Lenin, di ostilità allo stalinismo e con nessuna simpatia per il
castrismo e il maoismo.
Dai Savoia a Garibaldi
Un centinaio
tra militanti, storici e traduttori si sono dedicati alle opere dei
profeti del comunismo, in collaborazione con docenti universitari (Gian
Mario Bravo e Mario Cingoli) e con l’Accademia delle Scienze di Berlino,
che da anni cura l’opera omnia di Marx, dopo averlo fatto per Immanuel
Kant. Un’operazione editoriale (alla fine conterà qualcosa come 35 mila
pagine) che cade in un momento propizio: il bicentenario della nascita
di Marx (Treviri, 5 maggio 1818) incrocia una delle cicliche riprese di
interesse per il marxismo, in particolare nelle università anglosassoni.
Come testimonia anche l’approdo dopodomani nei cinema di un film
americano sul giovane Marx.
I volumi partono proprio dagli scritti
del diciassettenne Karl, per poi dipanarsi tra un’infinità di
argomenti. Sui partiti italiani di estrema sinistra Engels scrisse
pennellate che colgono un elemento perenne di certa sinistra:
«L’Alleanza è un ammasso di déclassés [...] avvocati senza cause, medici
senza malati e senza scienza, studenti di biliardo, commessi
viaggiatori e altri impiegati di commercio, e principalmente di
giornalisti della piccola stampa di una reputazione più o meno
equivoca». Ai giudizi sferzanti sul Regno di Sardegna, cui rimproverava
«ambiguità, asse costante intorno al quale ruota la sua politica», Marx
alterna la curiosità per Garibaldi. Al quale dedica un articolo, il 17
settembre 1862 su Die Presse, nel quale si propone nel ruolo di
cronista, resocontando una manifestazione a sostegno dell’Eroe dei Due
Mondi che si era svolta a Newcastle e limitandosi a inserire alcune
notazioni tra parentesi: «ovazione», «applauso scrosciante», «applausi e
risate».
Marx, come è noto, è tra i primi a proporre una lettura
«globale» del mondo e lo fa anche in privato. Il 25 marzo 1853 scrive
all’amico Weydemeyer per congratularsi con lui per la nascita del
figlio: «Evviva il nuovo cittadino del mondo! Non è possibile venire al
mondo in un’epoca più formidabile che oggigiorno. Quando si viaggerà in
sette giorni da Londra a Calcutta ci avranno tagliato la testa a tutti e
due da moltissimo tempo. I nuovi cittadini del mondo non riusciranno a
capire quanto piccolo era il nostro mondo». Marx non esita a cimentarsi
con problemi della vita quotidiana. In un articolo del 1862 si occupa
della «Produzione del pane» con espressioni iper-realistiche: «Un
indicibile mixtum compositum di farina, allume, ragnatele, black beetles
e sudore umano».
Accuratezza filologica
I volumi in uscita -
che comprendono classici come Il Capitale e tanti appunti inediti -
arriveranno nelle librerie nei prossimi mesi in sequenza, completando lo
storico lavoro svolto dagli Editori Riuniti e con un link alla
monumentale opera di ripristino e scoperta di inediti ancora in corso:
la cosiddetta Mega, la Marx-Engels-Gesamtausgabe. Il progetto ha una
storia a sé, ancora tutta da raccontare: ad avviare le pubblicazioni fu
nel 1927 David B. Rjazanov, successivamente incappato nelle purghe
sovietiche e condannato a morte nel 1938. Dopo il consolidamento dello
stalinismo, infatti, la Russia bolscevica interruppe la pubblicazione
dell’opera omnia perché il progetto era considerato troppo indipendente.
I
volumi in uscita in Italia (cinquanta più uno di soli indici) si
gioveranno di quella cura filologica da tempo prerogativa di Lotta
Comunista, che dispone di un catalogo di 209 titoli, diversi dei quali
tradotti in sette lingue: «Abbiamo sempre teso a fornire il miglior
prodotto editoriale», spiega Irma Perrotti, del collettivo editoriale,
«nella convinzione che “diffusione” e “popolarizzazione” non debbano
essere confuse con “volgarizzazione”». Un metodo di lavoro che è anche
un programma politico: nella loro sede, un’ex officina di caldaie in via
Sarca alla periferia Nord di Milano, i militanti comunisti - un po’
come i monaci amanuensi medievali - trascrivono nel modo più fedele e
più ampio quel che scrissero i fondatori del materialismo storico. Nella
incrollabile fiducia che quelle profezie, dopo aver influenzato e mosso
nel passato milioni di uomini, prima o poi tornino a essere attuali e
attuabili.