sabato 14 aprile 2018

La Stampa 14.4.18
Boldrini e Asia Argento a New York
“Eroine in Usa, insultate in Italia”
La deputata e l’attrice al centro del Women in The World di Tina Brown
di Carole Hallac


Il Women in the World Summit, l’annuale conferenza su tematiche femminili organizzata dalla giornalista Tina Brown, si è aperta con l’audio della registrazione segreta di Ambra Battilana Gutierrez, la modella italiana che ha collaborato con le autorità per incastrare Harvey Weinstein. Le voce supplicante di Gutierrez che cerca di fermare le avances insistenti del produttore fanno rabbrividire il pubblico nell’auditorio del Lincoln Center, in gran parte femminile.
Il movimento #MeToo è al centro della conferenza a cui partecipano anche il Premio Oscar Viola Davis, Hillary Clinton e la first lady canadese Trudeau. Ad affrontare il tema degli abusi sessuali è Ronan Farrow, il figlio di Woody Allen che con il suo reportage sul «New Yorker» ha aperto il caso Weinstein. Nel mirino, questa volta, c’è la misoginia in Italia, raccontata dalla stessa Gutierrez, da Asia Argento e da Laura Boldrini, tre donne che hanno in comune anni di attacchi e insulti sui social media. «Siamo eroine, ma non in Italia, solo nel resto del mondo», ha detto la Argento, la cui testimonianza ha aiutato Ronan Farrow a realizzare l’articolo incriminante su Weinstein. Una situazione paradossale, secondo Farrow, che vuole fare luce sulla «cultura tossica» del Belpaese sotto la proiezione di una grande bandiera tricolore.
Boldrini ha condiviso le violente intimidazioni subite per aver difeso i diritti delle donne e degli emigrati: la sua effige bruciata in piazza, il sindaco che le augura di essere violentata dagli emigranti, Salvini che la ritrae con una bambola gonfiabile, gli attacchi di Grillo che ha chiesto ai suoi milioni di follower «cosa fareste alla Boldrini se fosse con voi in macchina?», fino a ricevere una pallottola per posta e minacce sulla pagina Facebook di sua figlia.
La parlamentare ha spiegato come in Italia esistono valide associazioni per le donne, ma sono piccole e non molto influenti, e che i media sono più interessati a coprire movimenti femminili all’estero, come #MeToo. «Da noi le donne hanno paura a denunciare il molestatore - ha detto -. Hanno paura di non essere credute. Temono che se parlano perderanno il posto di lavoro. È la prova di un forte pregiudizio contro le donne in un Paese dove 9 milioni di donne hanno subito aggressioni sessuali sul lavoro, 3,5 milioni sono vittime di stalking e ogni 60 ore una donna viene uccisa dal marito o compagno».
Asia Argento ha aperto il suo articolo scritto in occasione della conferenza con alcuni degli attacchi subiti dopo aver denunciato Weinstein: «Puttana, bugiarda, traditrice, opportunista. Quello che è venuto fuori dall’Italia era così disgustoso - denuncia dal palco l’attrice - come mettere il dito nella piaga».
Lo stesso Farrow ha pregato la Argento di lasciare il Paese dopo il contraccolpo subito a seguito dell’articolo del «New Yorker», mentre Boldrini l’ha incoraggiata a restare e combattere insieme alle altre donne. «Gli attacchi verso di me hanno gettato benzina sul fuoco - spiega l’attrice -. La sofferenza di essere non capita mi ha resa ancora più guerriera e mi fa sentire unita alle altre donne, sorelle, con cui condivido lo stesso trauma. Continueremo a combattere».