La Stampa 13.4.18
Stato di diritto in Ungheria
L’Ue divisa sul veto a Orban
di Emanuele Bonini
Ancora
problemi con le libertà fondamentali in Ungheria. Due giorni dopo la
vittoria elettorale di Viktor Orban, al governo per la terza volta di
fila e accusato di minare lo stato di diritto con le sue politiche,
chiude il giornale di opposizione Magyar Nemzet. Il suo proprietario,
Lajos Simicska, ha annunciato che non finanzierà più il gruppo e
comunicato la chiusura delle redazioni.
Simicska è l’ex tesoriere
di Fidesz, il partito di Orban con cui l’editore è entrato in rotta di
collisione nel 2015. Da allora la testata da lui controllata ha cambiato
linea editoriale, passando da filo-governativa a governo-critica. Un
cambiamento non gradito. Orban avrebbe fatto terra bruciata attorno
all’ex amico, escluso da ogni tipo di bando e gara.
Magyar Nemzet
era considerato una delle ultime voci anti-Orban. Chiude dopo
Népszabadság, quotidiano di sinistra sparito dalle edicole l’8 ottobre
2016 sotto le pressioni, mai comprovate ma denunciate da più parti,
dell’esecutivo di Budapest.
Il Parlamento Ue ritiene che il
deterioramento dello stato di diritto nel Paese dell’est sia tale da
richiedere la sospensione dei diritti di voto dell’Ungheria in seno al
Consiglio. La commissione Libertà civili contesta, tra le altre cose,
«la riduzione al silenzio delle voci critiche». I gruppi parlamentari
sono divisi, ma potrebbero cambiare idea dopo le ultime notizie che
arrivano da Budapest.