La Stampa 13.4.18
Germania, cori per Hitler e svastiche in caserma
Scandalo travolge l’esercito
Si indaga su 431 militari, ma crescono le denunce I soldati appartengono a gruppi di estrema destra
di Walter Rauhe
«Adesso
ci facciamo vaccinare contro la febbre gialla e poi andiamo in Mali e
spariamo ai negri fino a fargli saltare le teste». La conversazione
telefonica fra due soldati della Bundeswehr è stata intercettata dagli
agenti del Mad - i servizi segreti dell’esercito tedesco - pochi giorni
prima della partenza delle reclute alla volta dell’Africa dove avrebbero
dovuto prendere parte alla Missione internazionale di sostegno al Mali.
È
solo uno dei tanti episodi di devianza xenofoba scoperti all’interno
delle forze armate tedesche dal servizio di controspionaggio militare
interno. Rispondendo a un’interpellanza parlamentare presentata dal
partito della Die Linke, il Ministero della difesa ha confermato ieri
l’avvio di ben 431 inchieste nei confronti di altrettanti soldati
sospettati di appartenere a gruppi dell’estrema destra o di condividere
le loro ideologie razziste, antisemite e totalitarie.
Un fenomeno
in aumento visto che nell’arco di appena un anno il numero delle
inchieste avviate dal Mad è aumentato di oltre il 50%. Svastiche
disegnate sulle pareti delle caserme, inni nazisti cantati dai soldati
nel corso di piccole feste, slogan che inneggiavano ad Adolf Hitler
gridati durante marce d’addestramento, lugubri riti d’iniziazione di
stampo razzista per le reclute. «I responsabili dell’esercito e il
governo devono reagire con più determinazione contro simili episodi»
esige la deputata della Die Linke, Ulla Jelpke. «L’esercito non può e
non deve tollerare simili episodi».
Molti dei casi scoperti dal
Mad sono stati poi denunciati alle procure che hanno provveduto
all’avvio di inchieste formali. Solo in pochissimi casi tuttavia le
indagini hanno portato a risultati concreti e all’allontanamento dei
sospettati dall’esercito.
Secondo la Ministra della difesa Ursula
von der Leyen (Cdu), il drastico aumento degli episodi d’intolleranza e
di razzismo all’interno della Bundeswehr dimostra in primo luogo la
crescente sensibilizzazione dei vertici militari nei confronti del
problema.
Dopo il caso venuto alla luce nell’aprile del 2017,
quando l’ufficiale della Bundeswehr Franco A. fu arrestato dagli
inquirenti per aver preparato un attentato dinamitardo contro immigrati
stranieri, la Ministra avviò una campagna di epurazione tra le fila
dell’esercito volta a neutralizzare gli elementi neonazisti ed
estremisti. La Ministra criticò in quell’occasione anche alcuni generali
che secondo lei avevano contribuito a minimizzare e insabbiare il
fenomeno. Ursula von Der Leyen ordinò un’inchiesta interna e incaricò i
servizi segreti militari a tenere sotto controllo le attività
dell’estrema destra neonazista.
Nel caso dei due soldati che nel
corso di una conversazione telefonica avevano dichiarato di voler
decapitare i «negri» nel Mali, l’inchiesta è stata però messa agli atti
per mancanza di prove. I due militari sono ora in Africa nel contingente
internazionale.