lunedì 9 aprile 2018

internazionale 8.4.18
Stati Uniti
La lotta degli insegnanti


“A Oklahoma City la temperatura è vicina allo zero e Deanna Ferland corre sul posto per scaldarsi. Con lei ci sono altri insegnanti della scuola elementare green Pastures. Si sono accampati davanti alla sede del governo statale. ‘Resterò qui per tutto il tempo necessario’, dice Ferland”. Il 2 marzo, racconta l’Oklahoman, migliaia di insegnanti sono scesi in piazza per chiedere un aumento di stipendio e lo stanziamento di nuovi fondi per le scuole pubbliche. “Nella mia classe non abbiamo nemmeno un libro di testo, per non parlare dei computer. Faccio tutto da sola, pagando di tasca mia”, racconta Ferland. In Oklahoma i fondi per l’istruzione si sono ridotti quasi del 30 per cento in dieci anni.
“Ci sono state proteste simili in Kentucky, dove gli insegnanti chiedono più fondi e si oppongono a una riforma, approvata dal parlamento statale, che impone una serie di tagli ai loro piani pensionistici”, scrive il Lexington Herald Leader. Queste proteste avvengono sulla scia della vittoria degli insegnanti del West Virginia, che a inizio marzo hanno ottenuto un aumento del 5 per cento dopo nove giorni di sciopero. negli Stati Uniti non si vedevano da anni proteste dei lavoratori così partecipate. Il risveglio del sindacato è partito da stati che, oltre a essere tra i più poveri del paese, sono anche quelli in cui la destra governa da più tempo. “I prossimi insegnanti a scendere in piazza potrebbero essere quelli dell’Arizona”, scrive Bloomberg. “Gli scioperi dimostrano che gli insegnanti non sono preoccupati solo per i loro stipendi”, dice Joy Hofmeister, funzionario scolastico, all’Oklahoman. “vogliamo riaffermare l’importanza delle scuole pubbliche”. Gli insegnanti che manifestano sperano che i politici locali, che a novembre cercheranno la rielezione, sentano la pressione e accolgano le loro richieste.