internazionale 8.4.18
Stati Uniti 
La lotta degli insegnanti
“A
 Oklahoma City la temperatura è vicina allo zero e Deanna Ferland corre 
sul posto per scaldarsi. Con lei ci sono altri insegnanti della scuola 
elementare green Pastures. Si sono accampati davanti alla sede del 
governo statale. ‘Resterò qui per tutto il tempo necessario’, dice 
Ferland”. Il 2 marzo, racconta l’Oklahoman, migliaia di insegnanti sono 
scesi in piazza per chiedere un aumento di stipendio e lo stanziamento 
di nuovi fondi per le scuole pubbliche. “Nella mia classe non abbiamo 
nemmeno un libro di testo, per non parlare dei computer. Faccio tutto da
 sola, pagando di tasca mia”, racconta Ferland. In Oklahoma i fondi per 
l’istruzione si sono ridotti quasi del 30 per cento in dieci anni. 
“Ci
 sono state proteste simili in Kentucky, dove gli insegnanti chiedono 
più fondi e si oppongono a una riforma, approvata dal parlamento 
statale, che impone una serie di tagli ai loro piani pensionistici”, 
scrive il Lexington Herald Leader. Queste proteste avvengono sulla scia 
della vittoria degli insegnanti del West Virginia, che a inizio marzo 
hanno ottenuto un aumento del 5 per cento dopo nove giorni di sciopero. 
negli Stati Uniti non si vedevano da anni proteste dei lavoratori così 
partecipate. Il risveglio del sindacato è partito da stati che, oltre a 
essere tra i più poveri del paese, sono anche quelli in cui la destra 
governa da più tempo. “I prossimi insegnanti a scendere in piazza 
potrebbero essere quelli dell’Arizona”, scrive Bloomberg. “Gli scioperi 
dimostrano che gli insegnanti non sono preoccupati solo per i loro 
stipendi”, dice Joy Hofmeister, funzionario scolastico, all’Oklahoman. 
“vogliamo riaffermare l’importanza delle scuole pubbliche”. Gli 
insegnanti che manifestano sperano che i politici locali, che a novembre
 cercheranno la rielezione, sentano la pressione e accolgano le loro 
richieste. 
 
