il manifesto 27.4.18
Nuovo venerdì di manifestazioni a Gaza
Striscia
di Gaza. Si teme un bagno di sangue come nei venerdì precedenti della
"Grande Marcia del Ritorno" in cui i cecchini israeliani hanno ucciso 40
palestinesi. Ieri è rientrata a Gaza la salma di Fadi al Batsh,
l'ingegnere di Hamas assassinato dal Mossad a Kuala Lampur
di Michele Giorgio
GERUSALEMME
È rientrata ieri nella Striscia di Gaza la salma di Fadi al Batsh,
l’ingegnere e docente universitario palestinese, freddato sabato
scorso a Kuala Lampur dai colpi che gli hanno sparato contro due
uomini in moto. Un assassinio attribuito al Mossad, il servizio segreto
israeliano. Il New York Times ieri scriveva che al Batsh, membro di
Hamas, è stato ucciso nell’ambito di una «vasta operazione» del
Mossad perché era in contatto con la Corea del Nord, per armi
destinate a Gaza. Ad accogliere la sua bara proveniente dall’Egitto
c’erano, oltre alla famiglia, anche alcuni esponenti di spicco di
Hamas. «Stai tornando da noi aprendo la strada per il nostro ritorno
in Palestina. Il debito degli occupanti è diventato pesante. Il
giorno della punizione sta arrivando», ha detto Khalil al Hayya, il
numero due di Hamas a Gaza davanti alla bara, avvolta nella bandiera
palestinese, durante la breve cerimonia funebre avvenuta al valico di
Rafah. I funerali di al Batsh si sono svolti ieri sera su richiesta
della famiglia. Hamas avrebbe voluto tenerli ad al Safieh, ad Est di
Jabaliya, uno dei cinque accampamenti eretti dai palestinesi per la
“Grande Marcia del Ritorno”.
Oggi migliaia di palestinesi
raggiungeranno di nuovo il territorio orientale di Gaza per un nuovo
venerdì di manifestazioni e raduni popolari contro il blocco israeliano
della Striscia, a breve distanza dalle linee di demarcazione con lo
Stato ebraico. Sulla partecipazione potrebbe influire l’ondata di
maltempo che si è abbattuta nelle ultime ore sulla regione causando
allagamenti diffusi in Israele e Territori palestinesi occupati e la
morte di 11 persone: nove adolescenti israeliani, un beduino nel
Negev e una donna palestinese in Cisgiordania. I promotori delle
manifestazioni assicurano le cattive condizioni del tempo non
fermeranno le nuove proteste. Ad attendere i palestinesi però ci
saranno come nei precedenti venerdì i tiratori scelti israeliani e
potrebbe rivelarsi una nuova giornata di sangue.
Le Nazioni
Unite ieri sono intervenute due volte per criticare l’uso della forza
da parte di Israele contro i manifestanti di Gaza. Ocha, l’ufficio di
coordinamento degli affari umanitari, ha riferito che fino a due
giorni fa erano 40 i palestinesi uccisi – tra i quali due giornalisti e
alcuni adolescenti - e 5511 quelli feriti dal fuoco dei soldati
israeliani. Poi è stato l’inviato dell’Onu, Nickolay Mladenov, a
chiedere a tutti, governo israeliano incluso, un passo indietro per
placare una situazione sul punto di esplodere. Mladenov ha sottolineato
che non ci sono soluzioni militari per le varie crisi mediorientali e
per la situazione di Gaza. Ben diverso è stato in sede Onu
l’orientamento dell’ambasciatrice Usa Nikki Haley che, sposando la
versione israeliana, ha accusato Hamas di usare le dimostrazioni come
copertura per attuare attacchi. «Chiunque a cui interessi dei bambini
di Gaza dovrebbe insistere sullo stop immediato da parte di Hamas dei
bambini come carne da cannone», ha detto rivolgendosi a Mladenov.