Il Fatto 9.6.18
Fidel e il Che: le ombre che s’allungano sui figli
Amici,
idealisti, icone della rivoluzione cubana che hanno, però, tenuto
lontani i discendenti dalla gestione – e anche dai riflettori – del
potere politico
di Diego López
Fidel Castro e il
Che: icone della Rivoluzione vittoriosa a Cuba il primo gennaio 1959.
Il primo, nel bene e nel male, è stato uno dei grandi del Novecento e ha
tenuto fermamente le redini di Cuba per quasi cinquant’anni. Ernesto
Guevara ha rappresentato l’anima internazionalista della Rivoluzione, il
guerrillero heroico che voleva esportarla nei mille Vietnam che
avrebbero minato l’imperialismo statunitense. Dopo la sua morte, in
Bolivia nel 1967, per i giovani di gran parte del mondo è diventato una
sorta di icona pop della ribellione. Entrambi hanno lasciato una grande
ombra che si allunga sui figli.
Il recente suicidio, dopo un lungo
periodo di depressione seguito alla morte di Fidel, del suo primogenito
Fidel Angel, avuto dalla prima moglie Mirta Diaz-Balart e conosciuto
nell’isola come “Fidelito”, ha messo in luce i difficili rapporti tra i
figli “ufficiali” dello scomparso líder máximo: oltre a Fidelito, i
cinque eredi avuti nel matrimonio con la seconda moglie Delia Soto Del
Valle: Alexis (55 anni), Alexander (54), Antonio (48), Alejandro (45) e
Angel (42). E tra questi e il “clan” del fratello e attuale presidente
(fino ad aprile) Raúl Castro. “Non era un padre che si possa definire
affettuoso, però (Fidel) Castro manteneva i suoi obblighi di genitore e
teneva d’occhio – seppur da una certa distanza – il clan famigliare. Si
occupava finanziariamente di tutti i propri figli e si assicurava che
avessero opportunità nella loro vita”, scrive Louise Bardach nel libro
Without Fidel.
Soprattutto, Fidel ha sempre mantenuto la sua
famiglia lontana dalla gestione – e anche dai riflettori – del potere.
Così nessuno dei cinque figli ufficiali ha mai avuto opportunità di
incarichi direttamente politici. In quanto ai figli naturali, che gli
vengono attribuiti come frutto di varie relazioni dopo il divorzio dalla
prima moglie – Alina Fernandez, Jorge Angel, Panchita Pupo, Ciro e
Fito, tutti ultrasessantenni – va da sé che sono stati tenuti nel cono
d’ombra. A differenza del fratello Raúl, il quale ha sempre dato grande
spazio alla famiglia: così almeno due figli dell’attuale presidente –
Alejandro, colonnello del ministero degli Interni e capo dei servizi di
sicurezza e spionaggio dell’isola e Mariela, deputata e direttrice di un
centro di educazione sessuale, il Cenesex, che rappresenta l’anima
liberal de Paese – sono personaggi politici e potenti.
Punto Cero,
Punto zero, è il complesso di case dove viveva Fidel con i propri
famigliari, figli e rispettive famiglie. Occupa circa 280.000 metri
quadrati nella zona delle ambasciate. Formalmente appartiene ai beni del
Consiglio di Stato, ma difficilmente – almeno fino a quando Raúl
resterà in vita – sarà alienato alla famiglia. L’attuale presidente si è
occupato delle vicende famigliari dei Castro anche quando Fidel era in
vita (ma troppo occupato a governare) e, secondo vari analisti, si
incarica di assicurare la solvibilità economica dei famigliari del
fratello, per evitare che liti e scandali possano inquinarne l’immagine
postuma. Ma dalla morte di Fidel circolano voci su una disputa tra gli
eredi dei fratelli Castro sul controllo di questo complesso di edifici e
terreni.
Il più noto del clan famigliare del líder máximo è
Antonio Castro Soto del Valle (nato nel 1969). Chirurgo ortopedico di
professione, è conosciuto per i suoi rapporti con la pelota (baseball),
lo sport più popolare dell’isola, essendo vicepresidente della
Federación Cubana de Béisbol e dal 2015 anche ambasciatore della
Confederazione mondiale di baseball e softball. Ma i suoi interessi
sportivi non si limitano alla pelota e vanno dalla pesca al golf, sport
quest’ultimo non certo proletario. Tanto da suscitare un scalpore la sua
vittoria nel 2013 al campionato internazionale di Golf Montecristo a
Varadero. Ancor più chiaccherata è la sua propensione per le vacanze di
lusso, come quella in un complesso turistico in Turchia, quando un paio
di anni fa un reporter fu malmenato dai guardaespaldas del terzogenito
di Fidel che ne difendevano la privacy.
Chiacchierato risulta
anche Alejandro (1971) – laureato in informazione scientifica e
archivisti bibliotecari – per la sua propensione a frequentare feste
mondane come quella del sigaro Habano di tre anni fa nella quale assieme
al fratellastro maggiore, Fidel Castro Diáz-Balart, si fece fotografare
con Paris Hilton e Naomi Campbell.
Nel 2009 Alejandro era stato
ritratto dal fotografo Michael Dweck che lo inserì nei personaggi del
libro Habana Libre (Damiani Editore, 2011) dedicato alla élite dei
giovani figli della nomenklatura castrista che si ritrovano in bar,
inaugurazioni e sfilate. Come commentò lo scrittore dissidente, Antonio
José Ponte: “Castro Soto del Valle si è lasciato ritrarre in nome dei
suoi diritti dinastici”.
Negli ultimi anni di vita di Fidel ha
raggiunto la notorietà anche il secondogenito, Alexander Soto del Valle
(1963). Laureato in ingegneria elettrochimica, Alex, come viene chiamato
in famiglia, è diventato il fotografo ufficiale del padre. Grazie al
privilegio dell’esclusiva, le sue foto – compresa la più nota con papa
Francesco – sono state acquistate e diffuse dalle maggiori agenzie di
informazione. Nell’agosto 2017 ha inaugurato un’esposizione di foto
dedicata al padre per dimostrare come Fidel fosse “una persona
affettuosa e amabile”.
Degli altri due figli si sa poco. Alexis
Castro (1962) è ingegnere in telecomunicazioni e vive defilato tra
computer e videografica e il fratello minore, Ángel (1974), è ingegnere
meccanico, professione che però ha abbandonato per aprire un’officina di
auto.
Dei quattro figli viventi di Ernesto Guevara – Hilda
Guevara Gadea, avuta dalla prima moglie, l’economista peruviana Hilda
Gadea, è morta di cancro nel 1995 – la più nota è la 57enne Alida
Guevara March, primogenita del matrimonio del Che con la seconda moglie,
la cubana Alida March. Sia la madre, sia i fratelli Camilo e Ernesto,
sia la sorella Celia raramente danno interviste e quasi mai compaiono in
pubblico in cerimonie ufficiali. Alida, invece, ha assunto un ruolo
mediatico di primo piano, soprattutto all’estero, come una sorta di
portabandiera della Rivoluzione cubana e delle sue conquiste. Specie nel
campo della medicina. È, infatti, medico pediatra e specialista in
allergologia ed esercita in un’ospedale dell’Avana. Alida viaggia
all’estero per missioni mediche in Venezuela, Angola, Namibia, Algeria.
Nonostante non assomigli al padre, è la più impegnata a diffondere e
proteggere la memoria del Che riportata nel suo libro Ausencia
presencia.
Mantiene, invece, un basso profilo pubblico Camilo, il
secondogenito (55 anni). Assieme alla madre si occupa del “Centro studi
Che Guevara”, dove sono raccolti discorsi, interventi, scritti e inediti
del guerrigliero.
Un profilo pubblico ancor più basso è la
caratteristica di Celia Guevara March. Veterinaria, specializzata in
mammiferi marini, lavora al Dipartimento salute degli animali
all’acquario dell’Avana. Dai fratelli viene descritta come la più
“ortodossa” per la sua incondizionata difesa del castrismo. Per questa
ragione ha suscitato una sorpresa quando dieci anni fa si presentò al
consolato dell’Argentina dell’Avana per reclamare la cittadinanza e il
passaporto argentino per diritto paterno. A chi le chiese la ragione
della doppia nazionalità, Celia rispose che lo faceva per i figli,
perché potessero viaggiare sfuggendo alle –allora – pesanti restrizioni
imposte dalla burocrazia castrista. Un privilegio che probabilmente il
padre non avrebbe richiesto.
Barba rada e non curata, sguardo e
narici inconfondibili, un puro cubano fumante tenuto tra le dita,
Ernesto Guevara March, il più giovane ( 52 anni) dei figli, è anche
quello che più assomiglia al guerrillero heroico. Dal quale ha ereditato
anche l’amore per le moto. “Sempre mi sono piaciute la meccanica, la
velocità, le moto e le macchine”, ha dichiarato senza complessi in
un’intervista alla Bbc. Per questo Ernesto ha messo in piedi una
compagnia turistica che offre tour nell’isola nientemeno che in Harley
Davidson, un mito, ma nettamente yankee. La compagnia turistica strizza
l’occhio al padre, infatti si chiama Tours La Poderosa, con evidente
riferimento alla moto Norton 500 – la “Todopoderosa” – con cui il padre
ha percorso tutta l’America del sud (viaggio descritto nel libro I diari
della motocicletta).
La Poderosa è un’impresa privata che usa
capitali stranieri e lavora con varie compagnie turistiche statali.
Ernesto Guevara junior non prova alcun imbarazzo nell’aver messo da
parte la laurea in legge e la professione di avvocato per un lavoro che
più gli piace. E rende meglio. Nell’intervista alla Bbc ha spiegato che
non intende vivere nell’ombra di suo padre. Ma di certo il suo cognome
un aiutino gliel’ha dato.