lunedì 9 aprile 2018

Il Fatto 9.6.18
Fidel e il Che: le ombre che s’allungano sui figli
Amici, idealisti, icone della rivoluzione cubana che hanno, però, tenuto lontani i discendenti dalla gestione – e anche dai riflettori – del potere politico
di Diego López


Fidel Castro e il Che: icone della Rivoluzione vittoriosa a Cuba il primo gennaio 1959. Il primo, nel bene e nel male, è stato uno dei grandi del Novecento e ha tenuto fermamente le redini di Cuba per quasi cinquant’anni. Ernesto Guevara ha rappresentato l’anima internazionalista della Rivoluzione, il guerrillero heroico che voleva esportarla nei mille Vietnam che avrebbero minato l’imperialismo statunitense. Dopo la sua morte, in Bolivia nel 1967, per i giovani di gran parte del mondo è diventato una sorta di icona pop della ribellione. Entrambi hanno lasciato una grande ombra che si allunga sui figli.
Il recente suicidio, dopo un lungo periodo di depressione seguito alla morte di Fidel, del suo primogenito Fidel Angel, avuto dalla prima moglie Mirta Diaz-Balart e conosciuto nell’isola come “Fidelito”, ha messo in luce i difficili rapporti tra i figli “ufficiali” dello scomparso líder máximo: oltre a Fidelito, i cinque eredi avuti nel matrimonio con la seconda moglie Delia Soto Del Valle: Alexis (55 anni), Alexander (54), Antonio (48), Alejandro (45) e Angel (42). E tra questi e il “clan” del fratello e attuale presidente (fino ad aprile) Raúl Castro. “Non era un padre che si possa definire affettuoso, però (Fidel) Castro manteneva i suoi obblighi di genitore e teneva d’occhio – seppur da una certa distanza – il clan famigliare. Si occupava finanziariamente di tutti i propri figli e si assicurava che avessero opportunità nella loro vita”, scrive Louise Bardach nel libro Without Fidel.
Soprattutto, Fidel ha sempre mantenuto la sua famiglia lontana dalla gestione – e anche dai riflettori – del potere. Così nessuno dei cinque figli ufficiali ha mai avuto opportunità di incarichi direttamente politici. In quanto ai figli naturali, che gli vengono attribuiti come frutto di varie relazioni dopo il divorzio dalla prima moglie – Alina Fernandez, Jorge Angel, Panchita Pupo, Ciro e Fito, tutti ultrasessantenni – va da sé che sono stati tenuti nel cono d’ombra. A differenza del fratello Raúl, il quale ha sempre dato grande spazio alla famiglia: così almeno due figli dell’attuale presidente – Alejandro, colonnello del ministero degli Interni e capo dei servizi di sicurezza e spionaggio dell’isola e Mariela, deputata e direttrice di un centro di educazione sessuale, il Cenesex, che rappresenta l’anima liberal de Paese – sono personaggi politici e potenti.
Punto Cero, Punto zero, è il complesso di case dove viveva Fidel con i propri famigliari, figli e rispettive famiglie. Occupa circa 280.000 metri quadrati nella zona delle ambasciate. Formalmente appartiene ai beni del Consiglio di Stato, ma difficilmente – almeno fino a quando Raúl resterà in vita – sarà alienato alla famiglia. L’attuale presidente si è occupato delle vicende famigliari dei Castro anche quando Fidel era in vita (ma troppo occupato a governare) e, secondo vari analisti, si incarica di assicurare la solvibilità economica dei famigliari del fratello, per evitare che liti e scandali possano inquinarne l’immagine postuma. Ma dalla morte di Fidel circolano voci su una disputa tra gli eredi dei fratelli Castro sul controllo di questo complesso di edifici e terreni.
Il più noto del clan famigliare del líder máximo è Antonio Castro Soto del Valle (nato nel 1969). Chirurgo ortopedico di professione, è conosciuto per i suoi rapporti con la pelota (baseball), lo sport più popolare dell’isola, essendo vicepresidente della Federación Cubana de Béisbol e dal 2015 anche ambasciatore della Confederazione mondiale di baseball e softball. Ma i suoi interessi sportivi non si limitano alla pelota e vanno dalla pesca al golf, sport quest’ultimo non certo proletario. Tanto da suscitare un scalpore la sua vittoria nel 2013 al campionato internazionale di Golf Montecristo a Varadero. Ancor più chiaccherata è la sua propensione per le vacanze di lusso, come quella in un complesso turistico in Turchia, quando un paio di anni fa un reporter fu malmenato dai guardaespaldas del terzogenito di Fidel che ne difendevano la privacy.
Chiacchierato risulta anche Alejandro (1971) – laureato in informazione scientifica e archivisti bibliotecari – per la sua propensione a frequentare feste mondane come quella del sigaro Habano di tre anni fa nella quale assieme al fratellastro maggiore, Fidel Castro Diáz-Balart, si fece fotografare con Paris Hilton e Naomi Campbell.
Nel 2009 Alejandro era stato ritratto dal fotografo Michael Dweck che lo inserì nei personaggi del libro Habana Libre (Damiani Editore, 2011) dedicato alla élite dei giovani figli della nomenklatura castrista che si ritrovano in bar, inaugurazioni e sfilate. Come commentò lo scrittore dissidente, Antonio José Ponte: “Castro Soto del Valle si è lasciato ritrarre in nome dei suoi diritti dinastici”.
Negli ultimi anni di vita di Fidel ha raggiunto la notorietà anche il secondogenito, Alexander Soto del Valle (1963). Laureato in ingegneria elettrochimica, Alex, come viene chiamato in famiglia, è diventato il fotografo ufficiale del padre. Grazie al privilegio dell’esclusiva, le sue foto – compresa la più nota con papa Francesco – sono state acquistate e diffuse dalle maggiori agenzie di informazione. Nell’agosto 2017 ha inaugurato un’esposizione di foto dedicata al padre per dimostrare come Fidel fosse “una persona affettuosa e amabile”.
Degli altri due figli si sa poco. Alexis Castro (1962) è ingegnere in telecomunicazioni e vive defilato tra computer e videografica e il fratello minore, Ángel (1974), è ingegnere meccanico, professione che però ha abbandonato per aprire un’officina di auto.
Dei quattro figli viventi di Ernesto Guevara – Hilda Guevara Gadea, avuta dalla prima moglie, l’economista peruviana Hilda Gadea, è morta di cancro nel 1995 – la più nota è la 57enne Alida Guevara March, primogenita del matrimonio del Che con la seconda moglie, la cubana Alida March. Sia la madre, sia i fratelli Camilo e Ernesto, sia la sorella Celia raramente danno interviste e quasi mai compaiono in pubblico in cerimonie ufficiali. Alida, invece, ha assunto un ruolo mediatico di primo piano, soprattutto all’estero, come una sorta di portabandiera della Rivoluzione cubana e delle sue conquiste. Specie nel campo della medicina. È, infatti, medico pediatra e specialista in allergologia ed esercita in un’ospedale dell’Avana. Alida viaggia all’estero per missioni mediche in Venezuela, Angola, Namibia, Algeria. Nonostante non assomigli al padre, è la più impegnata a diffondere e proteggere la memoria del Che riportata nel suo libro Ausencia presencia.
Mantiene, invece, un basso profilo pubblico Camilo, il secondogenito (55 anni). Assieme alla madre si occupa del “Centro studi Che Guevara”, dove sono raccolti discorsi, interventi, scritti e inediti del guerrigliero.
Un profilo pubblico ancor più basso è la caratteristica di Celia Guevara March. Veterinaria, specializzata in mammiferi marini, lavora al Dipartimento salute degli animali all’acquario dell’Avana. Dai fratelli viene descritta come la più “ortodossa” per la sua incondizionata difesa del castrismo. Per questa ragione ha suscitato una sorpresa quando dieci anni fa si presentò al consolato dell’Argentina dell’Avana per reclamare la cittadinanza e il passaporto argentino per diritto paterno. A chi le chiese la ragione della doppia nazionalità, Celia rispose che lo faceva per i figli, perché potessero viaggiare sfuggendo alle –allora – pesanti restrizioni imposte dalla burocrazia castrista. Un privilegio che probabilmente il padre non avrebbe richiesto.
Barba rada e non curata, sguardo e narici inconfondibili, un puro cubano fumante tenuto tra le dita, Ernesto Guevara March, il più giovane ( 52 anni) dei figli, è anche quello che più assomiglia al guerrillero heroico. Dal quale ha ereditato anche l’amore per le moto. “Sempre mi sono piaciute la meccanica, la velocità, le moto e le macchine”, ha dichiarato senza complessi in un’intervista alla Bbc. Per questo Ernesto ha messo in piedi una compagnia turistica che offre tour nell’isola nientemeno che in Harley Davidson, un mito, ma nettamente yankee. La compagnia turistica strizza l’occhio al padre, infatti si chiama Tours La Poderosa, con evidente riferimento alla moto Norton 500 – la “Todopoderosa” – con cui il padre ha percorso tutta l’America del sud (viaggio descritto nel libro I diari della motocicletta).
La Poderosa è un’impresa privata che usa capitali stranieri e lavora con varie compagnie turistiche statali. Ernesto Guevara junior non prova alcun imbarazzo nell’aver messo da parte la laurea in legge e la professione di avvocato per un lavoro che più gli piace. E rende meglio. Nell’intervista alla Bbc ha spiegato che non intende vivere nell’ombra di suo padre. Ma di certo il suo cognome un aiutino gliel’ha dato.