Il Fatto 7.4.18
La 18enne rimorchiata in confessionale. “Sesso sul divanetto della sagrestia”
In cella - Don Michele Barone arrestato per violenza su minore durante gli esorcismi
di Vincenzo Iurillo
“Disse
di essersi innamorato di me, mi riempiva di regali e disse che già da
un anno voleva smettere di fare il prete. E dopo due o tre mesi mi
convinse che dovevamo avere effusioni come due fidanzati normali”. Il
resto del racconto diventa a luci rosse. E quel che accade, ovvero sesso
orale e altro (ma senza un rapporto completo), accade sul divanetto del
pian terreno de “La piccola casetta di Nazareth”, la sagrestia di don
Michele Barone, 42 anni, il prete-esorcista di Casapesenna (in provincia
di Caserta) in carcere con l’accusa di maltrattamenti, lesioni e
violenze compiute durante gli esorcismi.
Lucia (il nome è di
fantasia) è stata sentita il 9 marzo dagli agenti della Squadra Mobile
di Caserta. Il verbale è stato allegato all’inchiesta dei pm di Santa
Maria Capua Vetere Daniela Pannone e Alessandro Di Vico. Un pezzo di
carta che trasforma in atto giudiziario le testimonianze raccolte dagli
inviati de Le Iene, che hanno rivelato la vicenda delle violenze su una
minore durante un esorcismo. E che sviluppa ulteriori sospetti sui
metodi di don Michele, che approfittava della tonaca per attirare
ragazze fragili e portarsele a letto. O sul divanetto della sagrestia. E
se qualcuno bussava alla porta sul più bello? “Don Michele rispondeva
che stava effettuando una confessione”.
Don Michele è accusato di
violenza sessuale nei confronti di alcune donne e di maltrattamenti nei
confronti di una ragazzina di 13 anni, affetta da un disturbo di
conversione. Fu “curata” con i riti del prete e con il consenso dei
genitori. L’ordinanza di arresto del 23 febbraio che ha svelato il caso
della bambina ha avuto l’effetto di squarciare un velo di connivenze e
protezioni. Ed altre presunte vittime si sono fatte avanti. Lucia è una
di queste. E spiega fatti risalenti al 2002. Lei aveva 18 anni e viveva
un momento difficile. Le conseguenze di un fidanzato lasciato da poco e
di un rapporto conflittuale col padre. Don Michele si presenta come un
amico che la vuole aiutare. Si reca in famiglia tutte le sere “per
portare in casa la parola di Dio”, dice la ragazza. I genitori
apprezzano. Poi, una sera, sull’uscio, il primo bacio. Qui finisce la
storia del prete gentile e inizia quella di un uomo che cerca sesso.
Anche virtuale. “Se non poteva vedermi mi telefonava chiedendomi di
parlargli in modo che si masturbasse”. Le attività sessuali si
trasferiscono a casa della ragazza “quando non c’era mia madre”. Lei ci
sta. “Lui diceva di amarmi, che voleva avere una famiglia”. Lei però si
rende conto che don Michele le sta mentendo. “Dopo un po’ capii che non
avrebbe mai lasciato la tonaca. Gli dissi che volevo lasciarlo. Minacciò
di suicidarsi”. Don Michele insiste, vuole un rapporto sessuale
completo. Lei si rifiuta, vuole restare vergine, però acconsente ad
andare in albergo a Giugliano per sottostare a rapporti anali. “Ma dopo
un po’ mi rifiutai, provavo molto dolore”. La tresca finirà quando la
madre di Lucia ne viene informata da un parente di don Michele. Tra le
urla e gli schiaffi.